Della   Dott.ssa Francesca Capozza
                                                                                                                                                                                                                                                                                                            Psicologa – Psicoterapeuta – Specialista in Psicologia della Salute

Chi ha tempo non aspetti tempo

Vi capita spesso di rimandare impegni importanti, commissioni, compiti o attività che richiederebbero solo pochi minuti? Vorreste cominciare una dieta, fare un po’ di esercizio fisico o impegnarvi a cambiare abitudini non salutari, ma poi non riuscite mai a trovare il momento per farlo? Se vi riconoscete in una o più di queste situazioni, il vostro punto debole si chiama procrastinazione, ovvero la tendenza massiva, generale o settoriale, a rinviare al domani.

Le ragioni dell’indugio

La tendenza a rinviare non è un aspetto innato della nostra personalità o del carattere. È un’abitudine, un atteggiamento che, in quanto tale, può essere modificato. Le motivazioni possono essere molteplici, ma tutte sono riconducibili al sentimento della paura. Eccone alcune:

  • PAURA DI NON ESSERE PERFETTI

Timore inconscio di non riuscire a realizzare un buon prodotto se non si è nelle condizioni ottimali per farlo, pertanto si attende di essere nel giusto stato d’animo, di avere la giusta quantità di tempo a disposizione, ovvero di essere nelle migliori condizioni possibili.

  • PAURA DELL’IGNOTO

Si continua a rimandare una decisione od un’azione perché si sperimenta una sorta di sicurezza e conforto nel permanere all’interno della situazione nota in cui si vive, anche se  dolorosa o difficoltosa.

  • PAURA DEI GIUDIZI

Timore di essere giudicati negativamente dagli altri.

  • PAURA DI COMMETTERE ERRORI

Si evita di affrontare un compito in modo da non doversi misurare con possibili personali errori, non riconoscendo nello sbaglio la potente valenza di apprendimento.

  • PAURA DEL SUCCESSO

Si teme che il successo possa cambiare determinati aspetti dell’immagine di sé e della propria vita, che si vorrebbero invece salvaguardare.

  • PAURA DI DOVER VIVERE AD ALTI LIVELLI

Variazione della precedente, tale paura subentra quando si ottiene un grande successo nel fare qualcosa di nuovo. Corrisponde al timore di dover dimostrare, dopo un successo, di rendere sempre ai massimi livelli.

  • PAURA DEL CAMBIAMENTO

È un’apprensione naturale, ma portata agli estremi. I cambiamenti sono una delle maggiori fonti di stress e molte persone possono preferire di rinunciarvi, evitando di progredire nella vita con la speranza di eludere il terrore del cambiamento.

  • PAURA DELLE TROPPE RESPONSABILITA’

Una delle maggiori paure che frenano le persone dal dare il meglio di sé. Suscita il timore di essere sopraffatti dai compiti e di perdere il controllo della loro gestione.

  • PAURA DEI SENTIMENTI

Si tratta del timore di sentimenti non presenti ma futuri, ovvero di come potremmo sentirci intraprendendo una determinata azione. In tal caso, rimandare qualcosa viene percepito come soluzione per evitare di provare sentimenti negativi, come rabbia, senso di colpa ecc…

  • PAURA DI FINIRE

Tale paura è legata sia al timore che, una volta terminato il proprio compito, ne vengano assegnati di nuovi (pertanto, si preferisce tirare per le lunghe il più possibile il primo lavoro), sia al timore di finire un lavoro quando è diventato piacevole o ha dato un nuovo senso alla propria vita.

  • PAURA DI ESSERE RIFIUTATI

È un timore molto frequente che si basa sulla tendenza a prendere il rifiuto, su un qualcosa da noi prodotto, come un attacco alla nostra persona.

  • PAURA DI PRENDERE LA DECISIONE SBAGLIATA

È la paura di decidere, nel timore che si faccia la scelta errata e si debba convivere con le relative conseguenze. Si cerca di rimandare finchè non si è sicuri che quella decisione sia quella più adeguata.

 

Riappropriamoci del nostro tempo

Il primo passo da fare per uscire dal tunnel della procrastinazione consiste in un lavoro di autoanalisi: cercare di identificare le paure sottostanti la personale tendenza a rinviare. Una volta riconosciute, riflettiamo su di esse e sulle loro possibili conseguenze. Ci renderemo conto che la paura è affrontabile e ridimensionabile e che, anzi, si può imparare qualcosa di prezioso da essa.

Il secondo passo consiste nell’ “ardua impresa” del cominciare. Alcune semplici, ma mirate indicazioni sul modus operandi di chi valorizza il suo tempo possono aiutare a rivalutare il proprio:

  • Programmate del tempo per programmare

Dedicate ogni giorno un po’ di tempo per la programmazione delle attività che dovrete svolgere, individuando quali sono gli strumenti necessari e le risorse che occorre attivare.

  • Scrivete liste

Fate una lista di tutte le attività che dovete svolgere, assegnando le relative priorità. Finchè i vostri progetti fluttuano nella mente, permangono nello stato di preoccupazioni informi. Scriverle consente di delinearle, dando loro forma e concretezza.

Fate una seconda lista dove annotare tutto l’occorrente (strumenti, materiali, ecc..).

  • Spezzate il lavoro in parti facilmente gestibili

Scomponete le vostre attività in piccole tappe. Assegnarsi delle piccole ricompense al conseguimento di ogni tappa motiva e sollecita il raggiungimento di essa.

  • Fissate delle scadenze

Determinate i limiti temporali entro i quali portare a termine i compiti

  • Concentratevi su un compito alla volta

In modo da non oberare la mente di lavoro né distrarla, disperdendo inutilmente energie mentali.

  • Affrontate per primi gli aspetti del lavoro più sgradevoli

Escogitate degli escamotages per alleggerirne il peso, es. ascoltare musica.

  • Confronto

Parlate agli altri dei vostri progetti o lavori e state ad ascoltarli. Scoprirete una fonte preziosa di consigli utili per ottimizzare il vostro impegno e facilitare il vostro compito.

  • Immaginazione

Dedicate qualche minuto per raffigurarvi mentalmente lo svolgimento del lavoro; immaginate ogni tappa del compito, ogni strumento necessario, ogni persona coinvolta. In tal modo, riuscirete ad avere un’idea d’insieme, ma allo stesso tempo dettagliata del lavoro da fare e potrete individuare quello che manca o ciò a cui non avete pensato.