Riceviamo e pubblichiamo:

La mia non è una lotta ai partiti politici (ad averne!), né tantomeno ai movimenti politici (idem!), la mia è una lotta al sistema, quel sistema costituito dagli stessi pseudo partiti e pseudo movimenti.

Insomma a quell’insieme di soggetti “vuoto a perdere” i quali, unitamente alla classe dirigente, la peggiore degli ultimi cinquant’anni, formano quella galassia fetida, generatrice dei peggiori morbi, colpevole di aver assassinato migliaia di persone, molisane nel caso di specie, loro stesse sponsor, consapevoli o inconsapevoli, del grande male! Sarebbe lungo e noioso elencare le malattie infettive prodotte negli anni, le cronache, per quanto manipolate dal sistema, potrebbero raccontare abbondantemente il marciume sparso sul territorio e nelle teste bacate di ex contadini prestati al potere.

E se da contadini riuscivano egregiamente, inversamente proporzionale è stato il loro risultato nella gestione della cosa pubblica. I tanti ancora confondono la semina con la gestione politica-amministrativa. E si sa, papà contadino ti aveva lasciato in eredità la conoscenza della verza ma non poteva (e forse voleva) lasciarti una cultura di altro spessore, quella, se ti andava, toccava a te cercarla ed annaffiarla. Ma si sa, le strade brevi, quelle più ambite, senza passare per gli studi, per la passione e per il rispetto, hanno generato la verza peggiore! E visto che parliamo di un settore, quello dei Beni Culturali, a me consono e conosciuto, per rendere più comprensibile la trattazione, userò la mia modesta, ma nemmeno tanta, persona.

Antefatto. In queste ore si sta parlando dell’ennesimo scippo al territorio, dell’accorpamento del Polo Museale del Molise all’Abruzzo. Ebbene, se ciò avviene sistematicamente (figuriamoci, accade anche per i sindacati!), per la ricerca delle relative responsabilità bisogna inevitabilmente guardare a quel sistema di inutili e dannosi soggetti aderenti al sistema di cui sopra. Il “Turismo è Cultura”, recita uno slogan regionale vecchio come Babbo Natale in voga nella valle ridente dei portatori dell’anello al naso! Dove per cultura si intende quell’insieme di sagre di porcini, di tartufi, di polente, di frittate, di cipolle, di caciocavalli, di colesterolo, buono a sostenere e tenere in vita l’unica cultura conosciuta in regione, quella del voto di scambio!

Quel turismo che confonde Altilia con la Tintilia, Pietrabbondante con le sopressate, San Vincenzo con le frittate, il Paleolitico con i caciocavalli, l’anfiteatro di Larino con la pampanella, il castello di Venafro con l’olio di oliva, il castello di Gambatesa con le serenate, i castelli di Civitacampomarano, di Castropignano e di Bagnoli con i tartufi e via discorrendo! E mentre ti gongoli tra una conferenza stampa e un’altra, l’ennesimo scienziato, solo per caso a 5 Stelle, assurto nel limbo dei “Potenti per caso”, decide che il Molise, ancora una volta, debba morire e così dai vertici ministeriali della cultura, il Bonisoli di turno regala i Beni Culturali molisani all’Abruzzo, scatenando così l’ira della politica e dei dirigenti locali? Ma nemmeno per sogno!!! Non pervenuti Toma, Cotugno e Ventura! I 5 Stelle non possono!

I primi non sanno nemmeno cosa stia accadendo; i fumi delle tante sagre elencate ancora ne offuscano i flebili possibili segni di conoscenza del significato di amministrazione pubblica. L’altro, il dirigente in capo all’amministrazione dei Beni Culturali molisani, ancora deve intuire dei danni prodotti in regione, basterebbe fare un velocissimo elenco dello stato nel quale versano i siti culturali molisani tra incuria, mancata tutela e valorizzazione da sindrome burundiana!

Ma dicevo della mia persona, troppo spesso accostata a battaglie per l’ambiente, per gli ultimi, per ex lavoratori, quanto sempre e volutamente censurata nel campo della professionalità e propria conoscenza del settore violentato, competenza acquisita sul campo in ben quaranta anni di missione statale.

Tanti, tanto da sentirmi dire che avrei potuto ricoprire il ruolo di Garante per il Patrimonio Culturale Molisano, sostenuto da diversi amici e riconosciuto valido come ruolo dagli stessi Cotugno e Toma e, prima ancora da Frattura, tanti si diceva da non farne niente! Finì come si sa per quelli che considerano gli avversari politici come dei nemici, per Frattura uno da denunciare e per Toma-Cotugno una palla da rimbalzarsi e far cadere nel nulla scaricandosi reciprocamente ad arte le responsabilità del mancato riconoscimento con mandato a titolo GRATUITO!!! Persona non controllabile e non avvezzo al voto di scambio!

E cosa dire della figura del Direttore del Museo del Paleolitico, l’unico in corsa per tale incarico da direttore della comunicazione con il titolo di “Esperto in Paleontologia”, buono per ogni occasione ma anche l’unico che mai potrà approdare a tale lido preferendo plurilaureati, anche in agraria od otorinolaringoiatria! E cosa dire ancora del paventato riconoscimento da parte dell’ex sindaco di Isernia e della sua maggioranza quale “Conservatore Onorario per il patrimonio culturale cittadino”, mai concretizzatosi perché ostacolati e “ricattati” da un ex dirigente, quel tale Famiglietti noto a tutti per l’arroganza e l’antidemocraticità, aspetto ripreso nelle segrete stanze dall’attuale amministrazione e dal sindaco, allorquando dal palco elettorale, nell’arringa finale, lo stesso rilanciava la mia idea progettuale su “Isernia la città della Preistoria”, facendola propria e lasciando palesemente intendere che il medesimo progetto poteva essere seguito da chi l’aveva immaginato (se non si fosse messo di traverso con le strisce blu, con l’inesorabile vendetta finale!) Del resto parliamo sempre e comunque di Beni Culturali, sempre e comunque di gestione, sempre e comunque di valorizzazione, parliamo per esempio di una città, Isernia, che ha nel suo tessuto storico antico quel Complesso Monumentale di Santa Maria delle Monache, vergognosamente chiuso nel silenzio di tutti. E quale sarebbe la logica a discolpa del sindaco? Quella che vuole il museo statale, sul quale il primo cittadino non ha competenze! Ecco, questa in sintesi la situazione per cui siamo messi come siamo messi, per cui ci chiudono, per cui ci accorpano, quella totale mancanza di percepire un bene che non può e non deve prescindere dalle competenze strette, che devono portare a difendere a denti stretti un patrimonio della collettività locale prima che di altri.

Ecco il fallimento servito, un connubio tra incapacità e insensibilità, che pari fa con quel potere cieco e sordo alle esigenze popolari e culturali ma apertissimo alle logiche del bene personale! Quel potere trasversale che combatto e che non ti permette di occuparti con amore della cosa pubblica, quel potere, giudiziario compreso, che difronte ad una mia auto denuncia pubblica nella quale evidenziavo l’essere pagato per non lavorare, piuttosto che indagare ed approfondire, tace ed archivia. Potremmo raccontarci tanto altro ma niente potrà aggiungere o togliere all’evidenza dei fatti, gli stessi che vergognosamente pongono il Molise in una classifica nient’affatto invidiabile di ultimi in turismo e in cultura ma tra i primi nel mangiare! In tutti i sensi! Ultimi nel senso di amore e appartenenza, gli ultimi a riconoscere le professionalità adatte per un rilancio e per una reale valorizzazione. Perdiamo il Polo, poca cosa, perdiamo il Molise, perdiamo tutti! E se i dirigenti venuti dall’alto sono già pronti per altri incarichi, i nostri politichicchi locali, quelli regionali e nazionali, ancora una volta navigando nel torbido, si spartiscono la torta a danno dei beni pubblici e collettivi! E a danno di noi tutti! Io amo il Molise, la gente, il patrimonio culturale, loro amano il portafogli, la poltrona, i privilegi, loro vicendevolmente e a rotazione, in una finta opposizione, saranno sempre tutti maggioranza! Di sistema! Di potere! Io amo il Molise, di loro me ne fotto!

Isernia, 19 agosto 2019

Il cittadino

Emilio Izzo