I sindacati tacciono ma la vicenda dei 12 milioni della fideiussione per consentire la chiusura della vertenza Ittierre con l’affidamento dell’impresa da parte dei commissari al dottor Bianchi fu richiesta dal Ministero del Lavoro e dello Sviluppo economico e concordata con i sindacati nazionali del settore.

Questo rese possibile la continuità dell’azienda. In occasione della crisi successiva all’epoca Bianchi, la fideiussione avrebbe permesso alla Regione di diventare interlocutore principale con il governo proprio perché ne richiedeva il pagamento. Il governo, che aveva avuto un ruolo determinante nella gestione del commissariamento, avrebbe dovuto assumersi la responsabilità del fallimento e avrebbe dovuto aiutare la regione a risolvere il concordato in continuità sia per la ricerca di un partner sia offrendo incentivi economici per l’intero settore tessile. In definitiva per effetto della fideiussione, che era garantita da beni immobili della Ittierre e dal trasferimento del pacchetto azionario, la regione diventava un interlocutore pubblico della vicenda aziendale e non semplice spettatore rispetto alla soluzione della crisi.

La strada intrapresa da Frattura, di tipo ragionieristico, ha contribuito a determinare il cimitero sociale e produttivo della filiera del tessile in Molise. Quanto è costata finora al Molise questa politica è facilmente intuibile ma Frattura, che sa fare i conti, potrebbe dirlo. Io assisto al pianto quotidiano di oltre 700 famiglie molisane terrorizzate ora dall’idea di perdere anche quella misera indennità degli ammortizzatori sociali. Evidentemente questo per Frattura non significa nulla, l’importante è che gioisca la sua consulente pagata a peso d’oro con soldi pubblici per assistere alla chiusura delle aziende e mandare i cittadini nella disperazione.

Michele Iorio