Nella giornata di ieri, la Squadra Mobile della Questura di Isernia ha eseguito un’ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere nei confronti di Sarachelli Guido, cl. 91, già tratto in arresto dagli uomini della Polizia di Stato di Isernia al termine dell’indagine denominata “Final Cut”, che portò agli arresti domiciliari anche S.G., ed alla sottoposizione all’obbligo di dimora della Cerasoli Marisa, moglie del primo; nonché, alla denuncia a piede libero di altre 5 persone.
Nell’ambito di tale attività di indagine, i poliziotti isernini accertarono che i predetti avevano impiantato una vera e propria centrale di spaccio di sostanze stupefacenti presso le proprie abitazioni. Inoltre, sempre gli stessi smerciavano cocaina, hashish e marijuana in ogni angolo della città. Analoghe condotte, poi, venivano contestate anche agli indagati. Per tali ragioni, il Sarachelli Guido veniva sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, e sua moglie Cerasoli Marisa, sottoposta alla misura cautelare dell’obbligo di dimora.
Nonostante la sottoposizioni a tali provvedimenti restrittivi, i coniugi Sarachelli ospitavano presso la propria abitazioni persone gravate da pregiudizi di polizia per reati concernenti proprio gli stupefacenti, violando quindi le prescrizioni imposte dal G.I.P. del Tribunale di Isernia nell’emanazione del provvedimento. Considerate tale violazione, la locale Procura della Repubblica tempestivamente chiedeva un aggravamento della misura a carico di Sarachelli Guido e Cerasoli Marisa.
Considerata la gravità della condotta, il Giudice ha ritenuto opportuno sottoporre il Sarachelli al regime coercitivo della custodia cautelare, ordinando agli uomini della Polizia di Stato di Isernia di condurlo immediatamente nel carcere di Ponte San Leonardo. Sorte analoga ha riguardato la sua consorte; per lei l’aggravamento ha comportato la sottoposizione ad una misura coercitiva più grave rispetto a quella dell’obbligo di dimora, ossia l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Per tale ragione, la donna sarà costretta a far visita tre giorni a settimana ai poliziotti di via Palatucci.