Nella giornata di ieri 24 gennaio 2017 la Polizia di Stato di Isernia ha tratto in arresto per il reato di cui all’art. 605 c.p. (sequestro di persona), B. M. cittadino italiano, incensurato, di anni 22.

Su indicazione del figlio della vittima, una cittadina pentra di anni 53, preoccupato perché alcuni conoscenti gli avevano riferito che la donna frequentasse un ragazzo molto più giovane di lei e non si vedesse da qualche mese nei luoghi abitualmente frequentati, personale di questi uffici si recava, immediatamente, presso l’indirizzo di residenza della donna, nei pressi della Parrocchia del Sacro Cuore suonando al citofono più volte senza ricevere risposta. Ritenuto che vi potesse essere pericolo per la sua incolumità si chiedeva l’intervento del personale dei Vigili del Fuoco, che attraverso una finestra notava la vittima distesa a letto e di fianco un soggetto.

Ripetutamente, si invitava quest’ultimo ad aprire la porta dell’appartamento, ma solo dopo un’estenuante trattativa si riusciva ad accedere all’interno dell’abitazione dove lo scenario presentava subito una situazione di degrado sociale, l’appartamento risultava in disordine e maleodorante; solo la bravura degli operatori consentiva di cogliere immediatamente le latenti richieste di aiuto della donna che in presenza del suo carceriere ed in uno stato di soggezione psicologica si limitava a rispondere molto evasivamente alle domande.

Allontanata dall’uomo, la vittima si abbandonava ad un pianto liberatorio confidando al personale intervenuto il comportamento violento del compagno, la stessa presentava ecchimosi su varie parti del corpo e quindi veniva soccorsa da personale del 118 e ricoverata presso il locale ospedale per gli accertamenti necessari.

Il personale della Polizia di Stato senza mai abbandonare la vittima, acquisendo la sua fiducia riceveva le sue confessioni circa il lungo periodo di segregazione, almeno 2 mesi, durante i quali il 22enne conosciuto in chat, dopo qualche giorno di normale coabitazione, aveva modificato il suo comportamento trattenendola chiusa a chiave nella stanza da letto e malmenandola quotidianamente. La donna, inoltre, era stata obbligata ad espletare i suoi bisogni fisiologici in un recipiente di plastica presente nella sua camera, riceveva un pasto al giorno ed era stata privata della carta bancomat e del cellulare, onde evitare di poter richiedere in alcun modo aiuto.

All’esito degli accertamenti effettuati, il B.M. veniva tratto in arresto da personale dell’UPGSP e della Squadra Mobile per il reato di sequestro di persona ed associato a disposizione dell’Autorità Giudiziaria presso la locale Casa Circondariale.