di Pietro Tonti

In seguito agli avvenimenti politici e alla corsa alla candidatura a sindaco per il centro destra che si rilevano in questo periodo, a circa 7/ 8 mesi dalle elezioni amministrative ad Isernia, non possiamo esimerci da alcune considerazioni.

Il Sindaco D’Apollonio scelto da Michele Iorio a rappresentare la città contro la lista capeggiata dall’ex sindaco Gabriele Melogli, è stato quanto di meglio si poteva offrire quasi 5 anni fa alla città pentra.

Una persona eccellente, con una carriera brillante nel Corpo della Guardia di Finanza, tanto da concluderla con il grado di Generale. Persona disponibile, intelligente e alla mano, il quale non ha fatto pesare mai ad alcuno il suo ruolo sociale e la sua levatura.

Ha posto a disposizione della collettività fino ad oggi la sua disponibilità per la crescita di una città. Vogliamo analizzare per quale motivo, da un punto di vista politico abbia raccolto discredito mediatico e dai social rilevabili in commenti spesso poco opportuni,  tanto da farlo desistere – da quanto si apprende – da un’eventuale ricandidatura e da stimolare alcuni membri della sua giunta ad ambire al ruolo di primo cittadino per le prossime elezioni.

Siamo sicuri che le colpe siano del sindaco? Certamente al generale D’Apollonio è mancata quell’esperienza politica spicciola, tesa ad accontentare un po’ tutti, come chi lo ha preceduto sapeva fare per reggere le fila di una maggioranza, particolarmente litigiosa senza scossoni.

Forse sono mancate quelle redini per contenere i suoi assessori, magari da errori che come boomerang sono ricaduti su di lui. Forse è mancata quella determinazione a pretendere dai dirigenti comunali azioni concrete e non farraginose, assunzioni di responsabilità davanti a problematiche contrattuali non definite, come quelle per i parcheggi a pagamento per esempio; i contenziosi giunti a maturazione che sono costati decine di migliaia di euro all’ente comunale, senza un saldo e stralcio, come si conviene in questi casi per risparmiare. Ma un animo nobile ed elevato non si presta a giochini da piccoli interessi e molti ne hanno approfittato.

Altra ipotesi dannosa per l’immagine sindacale, forse lo spessore dei membri della Giunta, incapaci presumibilmente di relazionarsi con i cittadini in modo adeguato; capaci invece di far emergere pressapochismo, indifferenza e poca attenzione ai problemi collettivi?

Lo si vede dalle critiche che giungono puntuali in maniera massiccia, quando attraverso il web, anche per sondare il gradimento dell’attuale esecutivo, abbiamo proposto un manifesto funebre su cui si evidenziava la morte amministrativa della città e a cui migliaia di persone hanno interagito solo con critiche negative.

In questo agone infernale, ci rammarichiamo che il capo espiatorio di tutte le situazioni sfavorevoli accumulate negli anni, sia un primo cittadino che non merita assolutamente di essere additato quale responsabile di situazioni pregresse o contingenti, quando poi tali oneri sono di tutta la Giunta, compresa la parte dirigenziale dell’ente.

E non possiamo restare indifferenti quando poi un nostro concittadino brillante come il Generale Giacomo D’Apollonio, solo per la scelta infelice di essere sceso nell’agone politico di una città estremamente polemica e magari con esponenti poco adeguati nella sua squadra, debba essere tacciato quale elemento negativo di un momento di deterioramento generale per la città pentra.

Siamo certi che con una squadra adeguata il suo spessore indiscusso, poteva essere valorizzato in maniera estremamente valido e avrebbe lasciato un segno indelebile nella storia della città. Se queste considerazioni corrispondessero al vero non capiamo per quale motivo, debba gettare la spugna e non si debba ricandidare con una compagine proporzionata alla sua levatura.

Ci auguriamo solo che non sia la Giunta, in seguito a queste considerazioni a fare quadrato intorno al sindaco per la sua rielezione, in tantissimi sono convinti che si minerebbe definitivamente la credibilità di D’Apollonio che avrebbe bisogno di una squadra con una maggiore considerazione popolare per essere rieletto e continuare la sua azione amministrativa.