di Pietro Tonti
Isernia – ore 8:00 di questa mattina, genitori e alunni davanti al nuovo plesso scolastico dell’Istituto comprensivo San Giovanni Bosco in Via Umbria con zainetti e mascherine, fermi per circa 40 minuti in attesa di entrare a scuola.
Un tempo assurdo di attesa con genitori increduli costretti a fare ritardo sul luogo di lavoro. Chi imprecava, chi invece sottolineava la scarsa organizzazione; chi rimpiangeva i tempi della dirigenza Di Sanza, affermando che con lei questa situazione non sarebbe mai accaduta.
Altri genitori, quelli più arcigni e addentro alle situazioni dei vari passaggi e definizioni, riferivano – giustificando l’attesa – che il primo e il secondo piano non erano stati ancora adeguati alle normative Covid, come il sindaco con ordinanza di apertura posticipata al 18 settembre aveva annunciato attraverso un comunicato.
Insomma, il caos e, dopo mesi di lock down, genitori e figli si sono ritrovati in un assembramento senza precedenti, proprio per rispettare quelle norme che la scuola avrebbe dovuto garantire evitando ogni rischioso affollamento.
Una mamma visibilmente ed eufemisticamente adirata, ci riferisce: “ sono uscita alle 8:00 di casa per giungere al lavoro alle 9:05, meno male che siamo ad Isernia, se fossimo stati a Roma con una organizzazione simile, cosa sarebbe accaduto? Lamentiamo un’organizzazione deprecabile, da dilettanti allo sbaraglio.”
Oggi pomeriggio ci saranno gli ingressi differenziati alle ore 14:00, con un altro assembramento e tanti genitori che lavorando di mattina sono costretti a lasciare i figli a casa.
A prescindere dalle aule che crediamo siano già adeguate al rispetto delle normative anti contagio, bisogna chiedersi se la prassi quotidiana sarà quella odierna di entrata e uscita con tempi biblici di attesa.
Qualora fosse così, la protesta dei genitori assumerebbe toni incandescenti. Vi è un appunto che riguarderebbe la scarsa attenzione dell’ufficio scolastico regionale su una scuola in cui confluiscono 1400 alunni, una delle più grandi del Molise, pluripremiata a livello nazionale, sotto la guida della dirigente Di Sanza e a cui stranamente non spetta una reggenza.
Forse perché la collocazione ad Isernia è distante da quel capoluogo di regione dove tutto merita, rispetto alla periferia di una provincia bistrattata anche in tema scolastico? Speriamo che non sia così, anche se i fatti farebbero pensare il contrario.