Filomena Calenda- Commissario del PATRONATO ACAI di Isernia:
CRESCE LA POVERTA’: UTILI IL “REDDITO DI INCLUSIONE” E LA PREDISPOSIZIONE DI UN “PIANO CONTRO LA POVERTA’”, MA SOLO LE OPPORTUNITA’ DI LAVORO, POSSONO RISOLVERE RADICALMENTE IL PROBLEMA.
Concordo con il Cardinale Angelo Bagnasco, presidente della CEI ed Arcivescovo di Genova, sulla necessità di introdurre il “reddito di inclusione” e la predisposizione di un “piano nazionale contro la povertà”. Il “Reddito d’inclusione”, per chi è valido al lavoro, deve essere una misura destinata a sostenere per un periodo, chi è in grave difficoltà economica. Esso, in sintesi, può rappresentare un utile strumento, per affrontare emergenze, come quelle che stiamo vivendo, ma certamente non può essere la soluzione radicale al problema.
Certo deve far riflettere il dato relativo al numero delle persone, in povertà assoluta, nel nostro Paese che, dal 2007 ad oggi, cioè da quando è iniziata la crisi, sono aumentate del 155%, passando dal milione ed ottocentomila del 2007, ai 4milioni e seicentomila attuali!
Un dato drammatico ed allarmante, una fotografia di una situazione che diventa sempre più grave. Le situazioni di povertà estrema e quelle di disagio economico e sociale aumentano a dismisura e questo deve preoccupare.
Non ci si può girare dall’altra parte – sottolinea Calenda – di fronte al perdurare di una crisi che colpisce in maniera pesantissima, chi è già in difficoltà e coinvolge nuovi cittadini, in questa spirale di povertà e miseria, sempre più grave ed insopportabile.
Filomena Calenda ritiene che a questa situazione, il Governo dovrebbe rispondere con iniziative tese a rilanciare l’economia e con essa, la produzione e la creazione di nuove opportunità di lavoro.
Il lavoro, appunto, dovrebbe essere la risposta più concreta, vera ed opportuna- conclude Calenda- ad una situazione sociale, a tratti, drammatica, ma in attesa che ciò si concretizzi, servono risposte immediate che servano a fronteggiare l’emergenza ed una di queste può essere il “REDDITO D’INCLUSIONE”.
Appare chiaro che un Paese come l’Italia, con una disoccupazione all’11,9% e quella giovanile al 39,4%, ha un gravissimo problema da risolvere: la mancanza di lavoro!