Si terrà il 30 novembre p.v. alle ore 17:00, presso la sala conferenze della GEA MEDICA in Contrada Acqua Solfurea ad Isernia, la presentazione della prima raccolta di poesie dell’Arch. Gennaro Giancola dal titolo “Fiori di Melo”. Oltre all’autore interverranno:

Prof. Eduardo D’Angelo Prof. Ordinario di Filologia Latina Medioevale Università di Napoli “Suor Orsola Benincasa”; Doctor Honoris Causa Università de Coen- Normandie;

Prof. Teofilo De Angelis Università di Napoli “Suor Orsola Benincasa”;

Prof.ssa Teresa Maria Perrella Dirigente Scolastico;

Modera la presentazione il Giornalista Pietro Tonti Dir. Moliseprotagonista.it e Il Regionale Molise.

Prefazione al libro:

Tanti ricordi, talvolta dolorosi talvolta pieni di gioia, ma sempre stillanti di lacrime.
Tanta tenerezza, talvolta inafferrabile talvolta tangibile, ma sempre presente.
Tanta carità, talvolta agognata talvolta afferrata e catturata, ma sempre piena di fede.
Alto e profondo è questo piccolo grande lavoro. Alto come le amate colline di Macchiagodena che si incontrano nei versi. Profondo come il mistero della fede, che il Giancola, senza alcuna presunzione di soluzione, tenta di indagare.
Tutto questo e molto altro ancora è Fiori di melo; una raccolta che ho letto e riletto; un mondo che lentamente ho discoperto e scoperto; una fonte alla quale riesce a dissetarsi chi vuole bere al calice della semplicità. La semplicità, appunto, della quale non riusciamo più a riconoscere le varie facce e non riusciamo a valorizzare. Un vecchio proverbio insegna che «la semplicità era al principio del mondo, la semplicità sarà alla fine del mondo».
Tutto questo si legge in queste pagine dense di sentimenti che oggi, ancora presenti in ogni uomo, sono lasciati nell’angolo più remoto del cuore, per dare sfoggio di futili ed ingannevoli idoli.
Questi versi hanno la presunzione, questa sì, di tirare fuori dall’angolo i veri sentimenti che sono alla base della vita di ogni uomo; non si vergognano di parlare di Amore, nella sua accezione più alta e più pura; non si vergognano di parlare della mamma nella sua immagine più tenera; non si vergognano di parlare di fede, anche nella sua complessità; non si vergognano di parlare di rinascita, in senso civile e morale; non si vergognano di mostrare la propria fragilità.
Questi versi descrivono lo stesso mondo che viviamo ogni giorno, ma a renderli speciali sono gli occhi diversi attraverso i quali ora possiamo guardarlo.

Prof. Teofilo De Angelis