di Pietro Tonti

Si è spento questa mattina, dopo una lunga malattia estremamente invalidante, Irnerio Musilli redattore del nostro giornale e persona straordinaria dal punto di vista umano, dotato di una tenacia e di un acume fuori dal comune.

Irnerio nella vita normale, prima del cortocircuito esistenziale, era impiegato presso il Distretto Militare di Chieti. Dopo aver scoperto di aver contratto la SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica), ha reagito con una caparbietà assoluta, tipica di chi ama la vita. Nel corso degli ultimi anni la malattia, lo ha costretto su una sedia a rotelle telecomandata da uno joystick che lui era in grado di controllare con la bocca.

Nemmeno la paralisi integrale, era stata in grado di minarlo psicologicamente, fino ai principi del marzo scorso, quando la malattia dopo l’ennesima crisi lo ha costretto in rianimazione e da cui non è riuscito più a riprendersi.

Irnerio ha avuto la forza e la possibilità di usare il suo cervello inesauribile di riflessioni e speranza, di una lucidità estrema sulla sua condizione, ma anche sul sistema sanitario nazionale e regionale a cui ha stigmatizzato nei suoi articoli, la fragilità e l’inadeguatezza di un complesso sanitario oramai logorato dai tagli indiscriminati.

Osservare l’amico Irnerio, nella sua sofferenza e la grande tenacia con cui si interessava a qualsiasi argomento, dallo sport alla politica, dalle vicende regionali alla cronaca,  con quella forza d’animo di chi normalmente gode di ottima salute, appariva quasi surreale.

Il destino ha scelto Irnerio per la sua fonte inestinguibile di ottimismo, in se vi era quella forza di sopportare l’assurdo di una vita, inchiodato al suo corpo, con i soli sensi rimasti ad osservare il mondo esterno. L’olfatto, la vista, l’udito e la parola collegati a quel cervello che viveva di affetti, mentre il corpo progressivamente si sfaldava.

Il pensiero costante alle sue figlie Giada e Alessandra, vero stimolo di vita a cui costantemente si ispirava per quella forza di continuare a lottare, ad esserci.

I valori quindi familiari, ma anche i tanti amici cari che non lo hanno mai abbandonato a se stesso in questi lunghi anni di malattia con frequenti visite presso l’Istituto Mediterraneo che si è preso cura di un malato complesso in maniera eccelsa, sono stati tutti prodighi, disponibili e  indispensabili per garantire la salute mentale di una persona speciale dentro un corpo che aveva necessità di essere accudito 24 ore su 24.

Irnerio è stato anche il giornalista che ha cercato strenuamente di far valere i suoi diritti di malato, interessando le istituzioni sulle difficoltà economiche delle famiglie in cui sono presenti casi di disabilità, cercando di stimolare una legge per offrire quel giusto sollievo a chi è impedito a svolgere una vita normale.

La scomparsa di Irnerio lascia l’amaro in bocca a tutti quelli cha hanno avuto la fortuna di conoscerlo ed apprezzarne i valori.

Rimarrà indelebile in tutti quella volontà di reagire ad un destino crudele, fino all’ultimo respiro, sdrammatizzando e utilizzando ogni mezzo che la scienza e la tecnologia fino ad oggi hanno creato per rendere più sopportabile una vita di totale privazione.

Ciao Irnerio, da lassù ispira le nostre menti verso il bene comune. Riposa in pace.