di Domenico Angelone

L’incubo sopito, non considerato, quello della centrale a turbogas a Presenzano ritorna prepotentemente alla ribalta e pare inarrestabile.  A due passi da un territorio in cui l’incidenza di altre tre centrali nel raggio di meno 10 km, portano in allarme cittadini, associazioni e istituzioni; in quella Venafro in cui sta per partire un’indagine epidemiologica sull’incidenza dei tumori e si avverte una tensione palpabile tra la popolazione. Assistiamo a strane posizioni politiche e non all’assunzione di responsabilità. Ripercorrendo brevemente la storia di questo progetto che viene da lontano, dal 2008 quando la società Edison S.p.a. lo presentò al Ministero per lo Sviluppo Economico.

Un impianto da 810 Megawatt definita come centrale di Presenzano. Tale progetto autorizzato con provvedimento nel 2011, il 24 novembre 2016 la Edison presenta istanza di proroga della data di avvio lavori, mentre in data 13 luglio 2017 è stato emanato dal Ministero il decreto direttoriale con cui è stata prorogata la validità dell’autorizzazione unica.

Bisogna dire che l’iter procedurale è continuato senza scossoni e proteste. Nel Molise si era avuta la percezione che questa centrale non fosse stata autorizzata, mentre sotto la cenere della disinformazione totale, la regione Campania e il Ministero proseguivano con la Edison l’iter per giungere alla realizzazione del mega impianto con l’autorizzazione, più volte prorogata fino al 28 dicembre  2018 che ha fissato il termine ultimo per l’avvio dei lavori al 14 dicembre 2021.

Era a conoscenza dell’iter mai bloccato, il sindaco di Presenzano che il 13 febbraio 2018 inviava al Ministero una nota tentando di arginare le tante proroghe al progetto e impedirne l’iter, attraverso la cosiddetta potestà ablatoria, senza risultati. Insomma tutti sapevano, la politica regionale Campana e le istituzioni locali, tranne i cittadini e, quando la Edison tre settimana fa ha iniziato la bonifica bellica sistematica terrestre sui terreni individuati per la centrale, solo allora si è avuta la percezione da parte dell’opinione pubblica che la centrale si farà.

Tutti caduti dalle nubi e ora, in tempi tardivi si vuole provvedere a chiedere lumi, interpellanze parlamentari e comitati che tardivamente ritorneranno in auge, per tentare di bloccare l’inarrestabile e la svendita di un territorio.

La colpa è di tutti, ma soprattutto dei rappresentati politici campani e nazionali, quel PD prima e il M5s dopo che avrebbero dovuto, informare, vigilare fermare l’iter procedurale e non costringere gli abitanti tra le due regioni di confine, già martoriati da mega centrali a subire l’ennesimo attacco al territorio e all’ambiente. Di Maio dov’era, possibile che non sapeva? E se non era a conoscenza, per quale motivo non è stato informato dai direttori generali dell’area di riferimento del Ministero che hanno firmato le proroghe e stabilito la data di inizio lavori? Qui non parliamo di bruscolini, ma di una centrale invasiva in un contesto ambientale già precario, che mina la salubrità dell’aria, ossidi di azoto e altre sostanze che si uniranno alle fonti inquinanti già presenti in una zona ad alto rischio.

Non è sufficiente un comunicato della Deputata Pentastellata Margherita del Sesto per giustificare quello che sta accadendo, intitolando la nota “Presenzano, turbogas. Tra preoccupazioni e illazioni”. Diremmo, le preoccupazioni sono evidenti e le illazioni sulle responsabilità del governo pentastellato, rappresentano in questo caso “l’ excusatio non petita, accusatio manifesta” di chi aveva l’obbligo di sapere, informarsi, vigilare sul territorio, quale rappresentante dei cittadini, eletta eletta proprio per questo e non lo ha fatto.