di Alessia Tonti
Con quale criterio le aziende dal nord Italia e le multinazionali dovrebbero venire nel Molise a collocare le loro aziende? Ossia, quali le attrattive che potrebbero consentire l’approdo di aziende necessarie al rilancio di un’economia oramai ristagnante e senza sbocchi occupazionali reali?
In primis, la valutazione di un’impresa finalizzata alla delocalizzazione o all’implemento la si fa sulla logistica. In questo contesto il Molise con le sue superstrade a 4 corsie per ogni senso di marcia e il percorso veloce dall’autostrada del Sole a San Vittore fino a Termoli e ritorno, con soli 30 minuti non lascia dubbi, nei sogni naturalmente.
La Regione Molise può farcela, ma solo nei sogni. Come la ferrovia adeguata al trasporto merci veloce. Sempre e solo nei sogni dei molisani, meno in quello delle istituzioni e degli imprenditori che dovrebbero trasferire le loro succursali da noi.
Tornando alla motivazione principale, quale azienda potrebbe puntare al Molise per insediarsi in questo territorio? Con la logistica da terzo mondo nessuna.
Emblematica la considerazione di un imprenditore bolognese sull’eventuale insediamento industriale in provincia di Isernia.
Sono partito da Bologna alle 8 di questa mattina a mezzogiorno e tre quarti – afferma – ero a Termoli per lavoro. Poi ho preso la fondovalle del Biferno per giungere ad Isernia per valutare una proposta di insediamento di una succursale della mia azienda, chiamato da un amico molisano.
Sono rimasto letteralmente atterrito dai rallentamenti, dalla lunga fila di camion dove è impossibile sorpassare, lavori in corso ogni 10 km di percorrenza.
Sono giunto ad Isernia in circa due ore, quasi la metà del tempo che ho impiegato da Bologna per arrivare a Termoli. Impensabile poter trasferire un’azienda dal nord in provincia di Isernia.
Quando mi costerebbe per i trasporti? Una cifra che impedirebbe la minima plus valenza sulla produzione. Insomma anche qualora ci fossero sgravi contributivi per i nuovi insediamenti, non basterebbero a giustificare un costo dei trasporti assolutamente non conveniente.
Mi dicono – aggiunge l’imprenditore bolognese – che le ferrovie per il trasporto merci non sono assolutamente organizzati con ulteriori rallentamenti e rotture frequenti ti di motrici sui binari e ancora senza rete elettrificata.
Ho trovato il terzo mondo a sole 5 ore di macchina da Bologna. Come è pensabile un rilancio economico e industriale a queste condizioni? Forse questa regione conclude l’imprenditore emiliano, è valida per il “Camel Trofhy”.
Ho potuto constatare come le strade interne nei vostri paesi molto belli e ameni sono ridotte, con frane, buche profonde e asfalto divelto. Potrebbe essere una soluzione per incrementare la visitazione di questi luoghi. Come dargli torto?