A cosa sono servite due guerre mondiali disastrose, a cosa sono servite quasi 70 anni di giornate dedicate al “mai più guerre, mai olocausti”: a niente!

di Pietro Tonti

L’animo umano non viene scalfito minimamente dal passato e nemmeno le tragicità fanno da monito per il futuro, questa è l’amarezza della riflessione odierna.

Ed ecco che ci ritroviamo come nel peggior “corso e ricorso storico” di Giambattista Vico, il quale aveva la percezione esatta dell’idiozia umana. Quel cammino dell’umanità che transita dal senso alla fantasia ed alla ragione e poi, corrompendosi, ricade in basso, nello stato selvaggio, per riprendere di nuovo il processo ascensivo ed iniziare il ricorso della civiltà.

Se questo poteva andare bene a cavallo tra il XVII° e il XVIII °secolo oggi è ancora valido?

Nel principio filosofico, possiamo affermare di si assolutamente, mentre per le risultanze finali, quell’inizio “di una nuova civiltà dopo una guerra”, potremmo apporre una grande ipoteca. La tecnologia e l’atomica hanno modificato l’asset del futuro e le aspettative di rinascita di una civiltà minata dalla distruzione totale dell’umanità. Il contrasto e le prove tecniche di distruzione di massa, sono state avviate alla fine della seconda guerra mondiale, conclusasi con lo scoppio di due bombe nucleari in Giappone, lanciate dagli americani su Hiroshima e Nagasaki; a cui è seguita la guerra fredda tra i due blocchi contrapposti Russia – Stati Uniti, sempre sotto l’egida del nucleare quale deterrente per le due potenze militari.

Oggi viviamo un altro scenario, quasi scontato per tanti che la minaccia nucleare esposta dal regime sovietico di Vladimir Putin, sia inattuabile, per i nefasti effetti che ne conseguirebbero. Distruzione globale dell’Europa e dell’umanità. Nel caso la Russia sganciasse malauguratamente un’atomica, si registrerebbe la risposta nucleare immediata. Irrimediabilmente quel ricorso storico vichiano di rilancio non avrebbe modo più di esistere, non vi sarebbe più umanità e, i pochi sopravvissuti all’olocausto atomico, malati e storpi, avrebbero poche chance di un rilancio di civiltà azzerata del tutto.

Nonostante il rischio non escluso che questo possa avvenire, nel conflitto Russo/Ucraino, non sentiamo più parlare di diplomazia, di pace, ma solo di corsa agli armamenti. A prescindere da chi ha torto o ragione, siamo sprofondati nel medioevo dell’umanità.

Si rimane perturbati dalla lettera di Volodymyr Zelens’kyj, letta da Amadeus a Sanremo. Un’incitazione alla vittoria contro la Russia, spudoratamente di parte, con un gruppo musicale ucraino a cui è seguito un ritornello di incitazione alla vittoria, paragonabile a quella campagna nazista di regime che Hitler aveva costretto a far condividere al suo popolo.

Ed è accaduto davvero, senza limite o pudore per una guerra che non dovrebbe essere appoggiata dall’Europa, o dai guerrafondai americani, malcelati sotto l’egida della Nato e dal patto Atlantico.

In questo momento, si dovrebbe solo ed esclusivamente trattare di pace, la diplomazia internazionale dovrebbe lottare per trovare una soluzione non armata, ma non conviene a chi vive di guerra e le fomenta per palesi interessi economici.

Come nel peggior ricorso storico, il nemico si fa apparire il mostro di turno: oggi è Putin. L’eroe non deve mancare, quel Zelens’ky, costruito nei laboratori di Hollywood ad arte per recitare questo ruolo e il gioco è fatto.

All’opinione pubblica di massa viene proposta una storia, quella che più conviene, mai la verità effettuale; ed ecco che tutto si amplifica, in un disegno pilotato tra mostri, eroi e appoggi incondizionati alla guerra.

Elusa totalmente quell’idea di imparzialità, dichiarata dalla nostra Costituzione. Reputiamo importante ricordare l’Art. 11 della carta costituzionale, dettata dai nostri padri costituenti che in questo periodo presumo, si stiano agitando nei loro giacigli mortali.

<<L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo>>.

Stravolti totalmente questi principi, con la fornitura di armi e non di soli aiuti umanitari. Sia ben chiaro a chi ci legge: “ non prendiamo le difese di uno Stato o dell’altro”. Quando si scatena un conflitto armato le responsabilità, come in una separazione coniugale, andrebbero distribuite al 50% tra i due coniugi: chi è senza peccato scagli la prima pietra!

In virtù di questi principi, non si può sostenere a cuor leggero la corsa alla fornitura di armi all’Ucraina e la totale assenza di un ritorno al dialogo tra le parti. Un’Italia, un governo, succube di un’Europa sempre votata a intaccare fette più ampie di democrazia e come in questo caso ad annientare la nostra Costituzione. Un’Italia divenuta all’improvviso “guerrafondaia”: da non credere, ma questa è l’amara realtà a cui avremmo fatto volentieri a meno di constatare e vivere!