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Il Ditoriale – Il Molise bersaglio della criminalità organizzata e in risposta il Governo riduce i presidi di pubblica sicurezza

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di Pietro Tonti      (Pubblicato anche su Campobasso Iniseme Molise la voce del web di ottobre)
Il Molise bersaglio della criminalità organizzata. Oramai è un dato di fatto, la Sacra Corona unita preme dalla Puglia verso il Basso Molise e la Camorra dalla Campania verso la provincia di Isernia.

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Non basta, a chiudere il cerchio delle pressioni malavitose sempre più infiltrate tra la gente normale, giovani sfaccendati e senza lavoro, facili prede di chi ha nel DNA il crimine, questa piccola regione è preda anche della mafia nigeriana, la quale amministra la raccolta delle elemosine davanti ad ogni esercizio commerciale, con un notevole flusso di popolazione. Supermercati, uffici postali e centri commerciali, da Termoli a Venafro, passando per Campobasso, l’esercito con il cappello in mano è sempre presente.

L’isola felice Molise fino agli anni 90 ha subito una trasformazione negativa, tanto da allinearsi alle regioni limitrofe per le infiltrazioni malavitose, dedite al traffico di droga e di rifiuti. Già nel 2010 i primi segnali della trasformazione di questa terra, sotto l′aspetto generale della sicurezza e della legalità erano inequivocabili. Il collega Giovanni Dato riportava sul “Giornale.org” con un titolo emblematico: “Anche il tranquillo Molise è nella morsa dei clan”.

Tutto il contrario di quella che in senso allegorico il cittadino molisano immaginava di vivere, una campana di vetro, di protezione che lo rendeva immune da tali problematiche che riguardavano si, notoriamente le province limitrofe, ma non il nostro Molise. In antitesi a questo pensiero diffuso, è doveroso ricordare come la mafia riesca ad attingere maggiormente e a farsi più forte laddove la società tace, ignora, consapevolmente o meno, l′esistenza stessa di un′associazione criminale così potente e invasiva.

È proprio dove lo stesso fenomeno appare più sbiadito (a volte persino inesistente) che la mafia controlla ancor più aggressivamente il territorio di appartenenza. Il Molise, da questo punto di vista, non rappresenta di fatto un′eccezione.

Anzi, proprio per le caratteristiche fisiche del territorio, la società molisana sembra inevitabilmente costretta a convivere con il fattore mafia. Un elemento che conferma quanto detto, è dunque la collocazione geografica del territorio: incastonato tra la Puglia e la Campania, oltre ad essere relativamente vicino alla Calabria e alla costa balcanica, il Molise è da qualche anno, un punto di approdo per le famiglie mafiose più importanti, ma anche un sito vantaggioso dove far transitare le sostanze stupefacenti, provenienti dall′Albania o dal Nord Africa.

Inoltre, proprio a causa dell′estrema vicinanza con le province di Caserta e Foggia, il territorio molisano è diventato una vera e propria terra da conquistare, non solo attraverso il racket, ma anche attraverso l′insediamento diretto dei clan mafiosi. Le operazioni di polizia degli ultimi anni, le recenti inchieste e gli arresti di personaggi di spicco di clan mafiosi, ne sono una testimonianza rilevante. Nel 2016, abbiamo la consapevolezza di non poter dormire più sonni tranquilli.

Aggressioni dirette al patrimonio si registrano di sovente. Le bande dedite al furto con scasso sono solo la punta dell’iceberg della malavita organizzata. Il caso registrato a Sesto Campano ai confini con la Campania poche settimane fa alla Holding Scarabeo, dove nottetempo una banda organizzata, ha svaligiato il capannone industriale e divelto ogni cosa si trovasse sul suo percorso, è un chiaro segnale dell’espansione sul nostro territorio, sulle poche aziende rimaste che potrebbero a breve ricevere anche la richiesta del pizzo per esistere, in questo caso non ci meraviglieremmo.

La questione criminalità purtroppo per il Molise, pare essere ignorata dal Governo Renzi, il quale in risposta alle pressioni malavitose, elimina progressivamente i presidi di pubblica sicurezza, rendendo ulteriormente vulnerabile e aggredibile la nostra terra. La costituzione di una commissione speciale temporanea sulla criminalità da parte dell’amministrazione regionale molisana, può apparire iniqua ai fini di una soluzione alla critica situazione, ma è da un punto di vista istituzionale, la presa di posizione di una consapevolezza, di un nervo scoperto nella nostra piccola società non più ignorabile e occultabile che palesa tutte le preoccupazioni e denuncia senza temi di smentita: la malavita organizzata è tra noi.