“Ancora una volta a ripristinare e garantire servizi pubblici, assistenza sanitaria e posti di lavoro sono le aule giudiziarie.

Così la Segretaria generale della UIL, Tecla Boccardo.

Questa volta lo fa il Consiglio di Stato che, con la sentenza sulla questione Neuromed e Gemelli, ripristina le regole.

Possiamo affermare, nuovamente, che la tutela della salute è un diritto universale che va garantito a tutti i cittadini e non può essere limitato dalla fredda logica dei numeri e dei budget e la nostra battaglia in difesa dei malati e del servizio pubblico di qualità, quindi del diritto alla tutela della salute, trova conferme nell’orientamento che ha portato al dispositivo della sentenza.

Riteniamo che questa sia la via maestra e crediamo che debba essere fatto lo stesso anche per i nostri ospedali pubblici, ridotti al lumicino a causa dei continui tagli lineari al budget, attraverso importanti investimenti che rafforzino la sanità pubblica molisana.

Il Consiglio di Stato ha sentenziato che le prestazioni ad alta complessità, le terapie salvavita cosiddette di fascia “A”, quali neurochirurgia, radioterapia, e cardiochirurgia, non possono essere sottoposte a budget, come invece aveva imposto la struttura commissariale.

Premessa questa possibilità sulla sanità convenzionata, va garantito il diritto alle cure a tutti i cittadini molisani attraverso una sanità pubblica di qualità, che va garantita attraverso le strutture ospedaliere, l’alta specializzazione, la medicina territoriale e l’assistenza domiciliare.

 

Purtroppo, però, i continui tagli lineari hanno chiuso reparti e ridotto gli ospedali pubblici molisani a semplici presidi. Il fallimentare commissariamento, non solo non ha risanato il debito, tantomeno ha ristrutturato il sistema sanitario regionale: ha solo ridotto l’offerta sanitaria ai molisani rendendola quasi inesistente e per questo va chiesta con forza e con ogni mezzo l’eliminazione del commissariamento.

 

Forse anche qui serve il ricorso alla magistratura per garantire ai cittadini il diritto universale alla tutela della salute? Questa la provocazione della sindacalista, che prosegue:

Crediamo che oltre all’eliminazione del commissariamento serva una vera riorganizzazione strutturale del sistema sanitario regionale per una sanità di qualità al servizio del cittadino, in cui il sistema pubblico non sia subalterno a nulla e a nessuno, in cui vadano eliminati gli sprechi e raggiunta una vera integrazione funzionale tra pubblico e privato accreditato, quest’ultimo di supporto al sistema pubblico regionale. Purtroppo, lo diciamo da tempo, manca il governo del sistema che oggi è in tilt.

Negli anni abbiamo presentato proposte alla politica regionale (mai ascoltate), affinché, il sistema pubblico riassumesse il ruolo di governance del sistema sanitario complessivo, pubblico e privato, attraverso la presa in carico del malato, con un’unica porta d’accesso alle prestazioni, gestita dal pubblico e seguita in ogni percorso di assistenza e cura.

Possiamo ancora farcela, utilizzando le risorse esistenti, oltre a quelle del PNRR, stanziate per l’abbattimento delle liste d’attesa, per la medicina territoriale, l’assistenza e la cura domiciliare, la telemedicina e la tele assistenza.

 

Dopo questa importante sentenza, si potrebbe partire con un nuovo corso in cui la Regione gestisce e governa e, perché no, chiederebbe al sistema privato di fornire anche un servizio di Pronto soccorso ed emergenza.

Che si avvii finalmente un importante piano di riorganizzazione strutturale del sistema sanitario regionale, partendo da un imponente piano delle assunzioni di medici, infermieri, tecnici ed OSS per rendere più efficiente, più efficace e di qualità la sanità pubblica molisana, conclude Boccardo.