A prescindere dalle posizioni della Chiesa cattolica, dal Papa, della sinistra italiana che vorrebbero l’accoglienza ad oltranza degli immigrati. Il cardinale Sarah offre un quadro chiaro, semplice e veritiero di cosa sta accadendo e del futuro dell’Europa, se non si arresta il fenomeno migratorio, ponendo l’attenzione su quella che è la realtà effettuale e la soluzione di aiuti direttamente negli stai africani, da dove provengono i poveracci affidati alla sorte e alle mafie con il sogno occidentale di un paradiso in terra.

“Quando si dice: avere discernimento” senza colori politici e inutili dogmi”.

Cardinale Robert Sarah:

“Sono scandalizzato da tutti questi uomini che muoiono in mare, dalla tratta di esseri umani, dalla rete mafiosa, dalla schiavitù organizzata. Queste persone che emigrano senza documenti, né prospettive per il futuro, né famiglia. Pensano di trovare il paradiso qui in terra? Esso non è in Occidente! Se queste persone devono essere aiutate, meglio farlo lì da dove vengono, nei loro villaggi, in mezzo alle loro razze.

Gli squilibri economici e i drammi umani non possono essere giustificati. Non si possono accogliere migranti da tutto il mondo. Accoglierli significa non solo far entrare queste persone nel proprio paese, ma dare loro anche un lavoro. Lo si può fare? No. Significa dare loro un posto dove vivere. Lo si può fare? No. Parcheggiarli in alloggi inadeguati, senza dignità, senza lavoro, non è quello che io chiamo accogliere le persone. Questo è più simile a qualcosa di organizzato dalla mafia! La Chiesa non può cooperare nella tratta di esseri umani, che è più simile a una nuova forma di schiavitù.

Quello che trovo altrettanto scandaloso è usare la Parola di Dio per giustificare tutto questo. Dio non vuole che le persone emigrino. Il Bambino Gesù si è rifugiato in Egitto, a causa di Erode, ma poi è tornato a casa. Dio ha sempre riportato il suo popolo in Israele, che si trattasse di una carestia in patria o di una prigionia all’estero. Avere un paese è un grande tesoro, è quello dove siamo nati, dove sono sepolti i nostri antenati.

Quando si accoglie qualcuno, è per dare loro una vita migliore, non per mandarli nei campi di immigrazione. Quando si dà da mangiare senza che si faccia alcun lavoro, non c’è dignità.

E che cultura si offre loro? Sono in grado i popoli europei di far condividere a costoro la propria cultura e le proprie radici cristiane? Temo che lo squilibrio demografico provocato da queste ondate migratorie farà perdere agli Europei la loro identità insieme a ciò che li rende quello che sono. L’Europa ha una missione speciale affidatale da Dio. Siete voi Europei che ci avete insegnato il Vangelo e i valori della famiglia, della dignità della persona e della libertà. Se rinunciate alla vostra identità, se vi lasciate sommergere da popoli che non condividono la vostra cultura, allora i vostri valori e la vostra identità cristiana rischiano di scomparire. Come accadde quando l’antica Roma fu invasa dai barbari. Dovete riflettere: le migrazioni di oggi non sono una nuova forma di schiavitù, organizzata per ottenere manodopera a basso costo? Tutte queste persone che vengono qui alla ricerca di uno stile di vita da sogno. Che bugia! Che cinismo! Papa Benedetto XVI è stato particolarmente chiaro e profetico su tutte queste questioni. [ . . . ]
Voi europei siete stati plasmati dal cristianesimo, tutto in Europa è cristiano. Perché negarlo? Nessun musulmano nega la sua identità. Se non tornate ad essere quello che siete, sparirete. E se l’Europa scompare, ci sarà uno sconvolgimento spaventoso: il cristianesimo rischierà di scomparire dalla faccia della terra. Guardate a come siete stati invasi dall’Islam: i musulmani vogliono conquistare il mondo, e hanno i mezzi finanziari per farlo. Non avranno successo perché il Signore è con noi fino alla fine del mondo. Ma intanto non dovete negare chi siete: quegli immigrati che fate entrare devono integrarsi nella vostra cultura, supponendo che abbiate ancora una cultura. Non li integrerete nel vostro materialismo ateo. Essi non vogliono avere niente a che fare con esso.”
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