Tanti fedeli di Venafro continuano a domandarsi : “Che farne delle storiche chiese della nostra città, riattate ma sempre chiuse al culto stante la carenza di sacerdoti ?”. La domanda, che attende risposte esaustive, è sempre più ricorrente alla luce del confortante risanamento strutturale di diversi ed antichi luoghi di culto di Venafro, appena tornati a nuova vita senza però ospitare celebrazioni ed eventi religiosi.

Per chiarire meglio la situazione, va detto che anni addietro venne recuperata la Chiesa di San Paolo al rione Colle, il quartiere a nord dell’abitato, luogo di culto chiuso per decenni in attesa del risanamento strutturale finalmente avvenuto, cui però non è più seguito l’utilizzo del sito per celebrazioni religiose. Si è proceduto poi al risanamento della storica Chiesa di Sant’Agostino, cuore del centro antico ed attigua all’allora Convento dei Monaci Agostiniani, ordine successivamente scomparso a Venafro. Ed anche in questo caso è trascorso ormai tanto tempo dall’ultimazione di restauro e risanamento, ma Sant’Agostino di fatto continua a restare chiusa e non utilizzata.

Quindi si mise mano al recupero della bellissima Chiesa di Santa Chiara, attigua all’allora Convento di clausura delle Clarisse ed oggi adibita a finalità museali senza la sua continuativa riapertura al culto. Oggi, e veniamo all’attualità, coi fondi dell’8 per mille la CEI sta provvedendo a risanamento e recupero della Chiesa di Sant’Antuono sempre nel centro storico, sito religioso di assoluta rilevanza storica avendo ospitato nel 1911 l’allora 24enne Padre Pio, presente nel Convento francescano di Venafro per riprendersi date le sue incerte condizioni di salute. Il Frate dalle Stimmate si recò più volte a Sant’Antuono per le confessioni in occasione della Novena dell’Immacolata (si era tra novembre e i primi di dicembre del 1911) e per intrattenere ed insegnare piacevoli canzoncine mariane ai fanciulli del rione di Sant’Antuono che accorsero in massa attirati dal giovane Frate. Ecco, San Paolo, Sant’Agostino, Santa Chiara e Sant’Antuono, antiche chiese del centro storico, tutte inesorabilmente chiuse e non utilizzate nonostante il denaro investito per il loro recupero.

Si dirà, ed in parte anche a ragione, che mancando sacerdoti non si può celebrare in tutte le chiese della città ma occorre fare una scelta, come in effetti avviene. D’accordo, considerazioni accettabili date le premesse, ma visto il denaro utilizzato per il recupero di tanti ed importanti siti religiosi, si potrebbe quanto meno tenerli aperti seppure ad orari prestabiliti, e mercé collaborazione, sorveglianza e controllo di Protezione Civile, Associazione CC in congedo ed altre sigle. Se ne eviterebbe il progressivo decadimento strutturale quale conseguenza del mancato utilizzo e si consentirebbe a turisti, ospiti, visitatori e fedeli di ammirare il ricco patrimonio storico/religioso della città, cogliendo l’occasione per un momento di preghiera e raccoglimento. In tanti a Venafro ci sperano, per cui l’augurio è che si dia corso alla diffusa volontà popolare. O si chiede troppo … ?

Tonino Atella