di Pietro Tonti
E’ oramai evidente la volontà da parte del Commissario ad acta della sanità molisana Angelo Giustini di apparire come il salvatore della patria salute pubblica regionale, dopo i tanti discrediti giunti contro di lui dal Presidente Toma negli ultimi mesi, oggi è il giorno della rivalsa.
Quale occasione migliore per sfoggiare tempismo, lavoro indefesso e prontezza progettuale se non la trattazione nel consiglio regionale monotematico odierno del suo gioiello tirato fuori dal baule dei desideri?
Il Covid Hospital di Larino. Ed ecco che Giustini con un gesto epico, strappa la spada dalla roccia e rilancia il sistema ospedaliero nel Molise con un progetto inatteso che lascia stupiti gli stessi Toma e Florenzano, rispettivamente presidente della regione e Direttore generale della Sanità del Molise. L’ospedale frentano visto con lungimiranza rientrare nella rete delle 52 strutture I.R.C.C.S.nazionali per la cura delle malattie infettive e diffusive.
Il “theatrical twist” arriva con l’apertura del Consiglio regionale. Il progetto di fattibilità è pronto e Giustini a prescindere dalle decisioni consiliari lo inoltrerà al Ministero della Salute intonso nella sua stesura. Risponde alla richiesta di celerità del Ministro Speranza nella circolare del 29 maggio scorso.
Il progetto spiegato nella relazione sottoscritta dal Commissario ad acta, enuncia la validità di tale impegno verso la realizzazione di un centro interregionale di malattie infettive, motivando tale progetto con la storicità e l’importanza strategica del Vietri fin dall’800 quale nosocomio di valenza interregionale, con attrattiva anche dalla vicina Puglia già da allora e, le diverse fasi di splendore, fino al declino deciso negli ultimi anni con I tagli alla spesa sanitaria che hanno a poco a poco trasformato l’ospedale da uno dei più attrezzati del Molise in un ospedale di Comunità. Per Giustini il Vietri dispone di tutte quelle specifiche peculiarità strategiche per poter diventare un I.R.C.C.S. di valenza nazionale.
Naturalmente i detrattori del progetto non mancano, come il Comitato Pro Cardarelli che appoggia l’idea di Toma e Florenzano di potenziare invece l’ospedale di Campobasso, già sufficiente con l’organizzazione hub e i poliambulatori a sostenere un centro epidemiologico, senza grandi investimenti, i quali invece a Larino serviranno ingenti.
C’è da chiedersi: “Giustini o sa il fatto suo, sapendo di poter contare sul Ministero e i fondi europei, o invece è solo un modo per dimostrare attivismo, pur sapendo che il progetto è impossibile da realizzare”. In questo caso, il disavanzo sanitario regionale sarebbe il deterrente maggiore e, l’azione del commissario, diverrebbe un progetto delle desiderata sanitarie, da chiudere in uno dei cassetti del ministero.