di Pietro Tonti

E’ finita l’età dell’oro in Molise, anzi dobbiamo dire che non è mai iniziata. Vi era nell’immaginario collettivo quella presunta dei tanti milioni di euro che dovevano giungere a finanziare tratturi e progetti mirabolanti con la sigla CIS (Contratto Istituzionale di Sviluppo).

L’era CIS sostituita con quella attuale del PNRR, tanto rumore per nulla?

Il 15 aprile 2019  il premier Conte e l’AD di Invitalia  Domenico Arcuri si erano recati a  Campobasso, per esporre la nuova preziosa era per questa regione. Si parlava tra i tanti denari a disposizione del Molise, anche di un progetto stratosferico, 129.3 milioni di euro, in un’ampia visione, proposto dal comune di Campodipietra con uno specifico studio di fattibilità, successivamente fatto proprio da altri 58 Comuni e da un Consorzio di Bonifica, per la realizzazione di interventi omogenei sulla rete dei tratturi molisani e di azioni puntuali che avrebbero interessato gli Enti coinvolti.

Giuseppe Notartomaso Sindaco di Campodipietra

In previsione la realizzazione di strutture ricettive, parcheggi, aree di sosta per camper e laboratori artigianali per la produzione, la degustazione e la vendita di prodotti locali.  Il progetto, comprensivo di 107 proposte progettuali, di cui circa 61 interessanti aree o tracciati tratturali fu approvato dal Tavolo istituzionale per il Cis Molise il 9 luglio 2019.

Arcuri e Conte a Campobasso alla firma del CIS, alla presenza del Presidente Toma

Dal Conte uno che lo aveva promosso e approvato, sono trascorsi due anni e man mano, quell’enfasi, quelle promesse progettuali si sono allontanate, tanto da essere quasi dimenticate dalle istituzioni, Oggi la sigla di moda è PNRR (Piano Nazionale di rilancio e resilienza), ma i fondi CIS che fine hanno fatto?

Nemmeno timidamente, nessuno in Molise parla più dei fondi CIS

Dopo la pandemia, con l’avvento del premier Draghi, nessuno da mesi parla più del CIS. Vi è stata una sorta di ibernazione di questa colossale misura europea. Draghi ha sicuramente impegni più impellenti e improcrastinabili, il CIS  giace nei cassetti delle cose da fare del Consiglio dei Ministri. il primo passo sarebbe quello della  nomina del successore  di Arcuri,  ma si tergiversa, non si trova un sostituto,  o non si vuole trovare, celando  intenzioni diverse rispetto a quelle del Presidente del Consiglio suo predecessore? E’ probabile.

Tali ingenti somme sicuramente non si perderanno, ma si teme che possano essere dirottate altrove, nel mare magnum della riprogrammazione del Recovery Found, affidato nelle mani di quel ristretto numero di esperti che Draghi nominerà alla guida della cabina di regia delle misure europee, sotto il suo stretto controllo.

Se i fondi del CIS in questo contesto verranno recuperati, saranno rimessi in circolo, c’è da chiedersi, con  quali scopi? Gli stessi dei progetti già acquisiti, oppure i tecnici riterranno opportuno attivare una ricognizione complessiva delle risorse e rimodularle in base ad altre esigenze?

Addio fondi CIS per i vecchi progetti?

Certamente la riprogrammazione dei fondi 2021/2026 è in corso,  non affrontare la questione Cis e rimandarla di settimana in settimana, fa presupporre che i sogni di gloria, anche quelli molisani possano naufragare nelle esigenze più ampie del mezzogiorno.

Tali risorse quindi, potrebbero essere rimesse invece in circolo, con idee di sviluppo totalmente diverse dai progetti approvati da Arcuri. Questo il sospetto che già alberga nelle menti di tanti addetti ai lavori a livello ministeriale e tra alcuni  vertici sindacali.