Campobasso, 24 aprile 2020 – «Nei giorni che stiamo vivendo, senza poterci
incontrare in strada e nelle piazze, non possiamo non ricordare la Festa della
Liberazione e riflettere sul sacrificio di tante donne e uomini, che hanno dato la vita
per consegnarci un’Italia democratica.
Il 25 aprile non è stato mai festeggiato all’insegna della coesione e dell’unità,
quantunque la liberazione dell’Italia dal regime nazifascista e la fine del secondo
conflitto mondiale in Italia siano ascrivibili ad un’azione combinata alla quale
contribuirono in molti, dalle Brigate partigiane, al cui interno militavano patrioti di
diversa estrazione politica, ai gruppi del ricostituito Esercito italiano confluiti nel
Contingente italiano di liberazione, dal Comitato di liberazione alle Forze alleate
rappresentate da una pluralità di soldati diversi tra loro per nazionalità, razza e
religione.
Fu una lotta aspra contro l’esercito tedesco e i repubblichini di Salò, combattuta per
l’affermazione della democrazia e della libertà in un’Italia mutilata dalla guerra e
oltraggiata da vent’anni di dittatura fascista.
Ma la Resistenza non fu solo questo. Fu un percorso prodromico che gettò le basi per
quelle che, di lì a poco, furono le conquiste democratiche del Paese: la nascita della
Repubblica Italiana e la Costituzione antifascista.
È in questa ottica che dobbiamo recuperare lo spirito unitario del 25 aprile come
festa di tutti, a prescindere dal colore politico.
E lo dobbiamo fare, forse, contestualizzandolo all’attuale momento che oggi, come
allora, chiama in causa il sacrificio di noi tutti e la volontà di ripartire e di ricostruire il
Paese provato da questa nuova “guerra” contro un nemico invisibile».
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Il Presidente
La riflessione del presidente della Regione Molise, Donato Toma, sulla Festa della
Liberazione.
Ufficio stampa
Presidente Regione Molise
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