“Quella contro la legalizzazione delle droghe non può e non deve essere una battaglia vinta ‘momentaneamente’. La guerra agli stupefacenti non ammette compromessi di alcun genere e quindi, pur esprimendo la massima soddisfazione per il risultato ottenuto alla Camera, che abbiamo invocato in ogni modo anche con la nostra martellante campagna mediatica, auspichiamo di non dover mai tornare a ripetere, in futuro, che l’Italia non può indulgere all’uso di sostanze illegali che danneggiano la salute pubblica, in alcun caso e per alcun motivo.

Non è un fatto ragionieristico di guadagni per lo Stato o per chicchessìa, non è un fatto di defaticamento del sistema giudiziario, non è un fatto di ‘mettersi in linea’ con i tempi che cambiano, niente di tutto ciò. E’ solo un fatto chiaro e semplice: lo Stato non può dare il suo ‘via libera’ alla commercializzazione ed all’uso di sostanze nocive dagli effetti nefasti sulla vita dei cittadini”.

Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, dopo la notizia che alla Camera è stato deciso il ritorno in Commissione Affari sociali della proposta di legge sulla legalizzazione della cannabis. Il testo, approdato in aula lo scorso luglio per la discussione generale con rinvio delle votazioni a settembre, non proseguirà quindi l’esame in assemblea ma riprenderà l’iter in Commissione.

“Nel merito abbiamo già detto e ripetiamo – insiste Maccari – quanto i nostri giovani non sarebbero affatto tutelati dalla legalizzazione della droga; come il mercato illegale persisterebbe e quello legale continuerebbe a fare del male agli assuntori con la ‘benedizione’ dello Stato. Legalizzare sostanze dannose non serve a nulla, non diminuisce il consumo, non le rende meno pericolose, non impoverisce la criminalità, non può essere usato come questione per defatigare il carico di lavoro investigativo o giudiziario.

Oggi ancor di più rilanciamo la posizione nostra e di tanti professionisti che da una vita si occupano di questi argomenti hanno dettagliatamente spiegato l’assurdità e l’inutilità di legalizzare, primo fra tutti un ‘gigante’ come Paolo Borsellino via via fino al Procuratore Gratteri che si è speso in ogni modo, fino al convegno di questi giorni in Senato, contro un delirio concettuale oltre che pratico. Le Forze dell’Ordine proseguiranno senza sosta la lotta contro
la droga, certi che questo faccia più che mai parte del nostro dovere di difendere i cittadini e soprattutto i nostri ragazzi”.