Il coach campano ha ‘forgiato’ oltre venti elementi con una carriera da big: dal montenegrino Marko Simonovic (inserito nel prossimo draft Nba) ad elementi Ncaa, di serie A e A2
Che cos’hanno in comune il centro montenegrino Marko Simonovic tra le chiamate del prossimo draft Nba, Guglielmo Caruso prospetto della Santa Clara University, Andrej Jakimovski elemento macedone di stanza alla Washington University e ancora, solo per fare qualche altro nome, l’estone di formazione italiana Kaspar Treier prossimo elemento del roster della Dinamo Sassari in serie A, Tommaso Baldasso che disputerà il torneo 2020/21 in A alla Virtus Roma, città in cui nell’A2 della Stella Azzurra sarà presente Eihadji Thioune centro senegalese proveniente da Brescia, passando poi per Lorenzo Baldasso, Bruno Mascolo, Alessandro ed Edoardo Buffo?
Tutti loro – al pari di due elementi già affermati come Polonara (vincitore dell’ultima Liga Endesa) e dell’ex azzurro Poeta – sono passati tra le mani del tecnico campano Vincenzo Di Meglio, che, nel proprio curriculum, può vantare almeno una ventina di elementi sotto i riflettori dei tornei cestistici di vertice.
Il coach – nelle ultime due stagioni responsabile tecnico del vivaio del Brescia di massima serie – è approdato, nelle ultime ore, alla Cestistica Campobasso, club per cui ricoprirà analogo ruolo.
«Motivi di carattere familiare – ha spiegato lo stesso trainer – mi hanno costretto a lasciare Brescia e, da parte mia, non posso che ringraziare di vero cuore il club per aver compreso le situazioni che mi hanno portato a chiudere anzitempo la mia esperienza in Lombardia. Poi, una volta emersa questa notizia, poco dopo Ferragosto sono stato contatto da Mimmo Sabatelli che mi ha subito prospettato le caratteristiche del progetto giovanile della società campobassana».
Del resto, oltre che per vicinanza geografica, il Molise e Campobasso sono nel cuore del trainer di Torre del Greco che, proprio da un coach molisano come il venafrano Andrea Capobianco, è stato inserito negli staff di progetti di vertice come quelli di Battipaglia, Salerno e Teramo, nonché nel novero delle nazionali giovanili maschili.
«Poter lavorare in un posto ricco di passione e con un’importante organizzazione alle spalle come Campobasso è per me motivo di profondo orgoglio. Peraltro, alle avances di Mimmo, la mia risposta è stata positiva senza mezzi termini anche in virtù di una vecchia promessa che gli avevo fatto».
Di Meglio sarà chiamato a lavorare a tutto tondo con la cantera campobassana (che ha team sia al maschile che al femminile e che raccoglie, su un fronte, ma soprattutto in rosa, prospetti e promesse della città, del circondario, ma anche di una più ampia fascia territoriale).
«Come ho detto a Mimmo e ai dirigenti del club, il talento non ha un luogo d’elezione. Il talento si può trovare ovunque, perché le potenzialità vanno riscontrate nei singoli. Nella mia carriera ho allenato elementi provenienti da paesi con pochissimi abitanti, come nel caso del montenegrino Simonovic. Coi giocatori occorre lavorare pian piano trovando le giuste chiavi per far emergere le proprie potenzialità».
Un modus operandi che sarà seguito anche nel capoluogo di regione, dove – sul versante maschile – la squadra di riferimento a livello di categorie senior sarà una C Silver che riporterà Campobasso (cittadina che, in quest’ambito, ha un passato fatto di B d’Eccellenza e di serie B tout court) in categorie più rilevanti.
«Al momento la categoria non è al centro dei nostri pensieri – ribatte Di Meglio – perché questo, per certi versi, è lo ‘sbocco minimo’ dell’attuale situazione. L’importante è lavorare sodo e con dedizione, cercando di formare giocatori nel nostro vivaio e di portare al loro miglior livello, cercando di fare di questo club un punto di riferimento per il territorio, ma se possibile anche per gli ambiti circostanti».
«Si cresce – aggiunge – solo se si lavora sodo a livello individuale. I risultati dei diversi tornei giovanili non saranno al centro dell’analisi. Quello che dovremo portare avanti è una metodologia di lavoro a tutti i livelli, portando avanti un discorso su più stagioni con un percorso di crescita costante anno dopo anno».
Al femminile (soprattutto), ma anche al maschile la presenza in quello che è una sinergia cestistica cittadina a tutto tondo di una formazione come la Magnolia può essere un volano motivazionale non da poco.
«Per le ragazze può rappresentare un punto d’approdo, per i ragazzi il segno tangibile che, se si lavora in un certo modo, i risultati arrivano e ti premiano. Da parte mia, così come Magnolia rappresenta una certezza in rosa, l’obiettivo è quello di fare della Cestistica Campobasso un modello anche al maschile».
Ora – per tutti – ci sarà la ripresa dopo il lockdown legato alla pandemia da Covid-19. «È una situazione ricca di incognite. Direi, però, che proprio in questa fase l’impegno e la dedizione devono essere più concreti. Nel mio ruolo di coordinatore tecnico del vivaio, sia maschile che femminile, del club lavorerò per far sì che ci sia un linguaggio comune e ben preciso e che questo possa essere espresso in maniera congrua, coerente e con pari dignità».
Aspetti che vanno a declinarsi in un percorso che, in un mondo dello sport sempre più spesso ostaggio di obiettivi a stretto giro, parte da un presupposto molto chiaro: quello cioè di un progetto con obiettivi a medio e lungo termine.
«Campobasso – chiosa Di Meglio – si pone come riferimento di un discorso di rilievo, che va in netta controtendenza alle progettualità fast degli ultimi anni. Un simile aspetto può fare di questa città un lustro non solo al femminile, ma in generale nel basket a tutto tondo per la città e per tutto il territorio regionale, ma non solo».