di Pietro Tonti

Giornate animate da un flusso turistico senza precedenti in Molise, per due fattori principali, la promozione che la regione nel corso degli ultimi 24 mesi si è prodigata ad affermare anche all’estero attraverso il NIAF, dove anche il Times e altre riviste internazionali hanno dato risalto alla nostra regione collocandola al 36° posto tra le mete mondiali da visitare e, ancora più importante nel post pandemia, tra le regioni con il minor numero di contagi.

Fattori scatenanti un flusso turistico tutto italiano dal nord che da una parte ci riempie di orgoglio e dall’altra ci lascia esterrefatti e impreparati all’accoglienza.

Ha destato scalpore e indignazione l’articolo pubblicato  ieri l’altro su segnalazione di albergatori, Assoeventi Molise e isernini, condiviso massicciamente dai gruppi social su facebook  e visto da circa 30.000 persone.

Era uno stimolo alle attività commerciali e artigianali  a non chiudere la domenica mattina e lasciare i visitatori, come è accaduto l’altra domenica e come accade da sempre, senza la possibilità di acquistare nemmeno una bottiglia di acqua, con i bar tutti chiusi.

Avevamo anche segnalato che il  museo di Santa Maria delle Monache anche per questa stagione è chiuso, tanti turisti si sono meravigliati di ciò, dove l’apertura è paragonabile alla tela di Penelope, senza escludere e nominare, in quanto normale che ci sono associazioni e archeologi che comunque credono nel turismo e fanno il loro lavoro, soli nel deserto come l’Archeologo Luca Inno che accompagna in tour presso la cattedrale decine di turisti ogni giorno.

O il Museo del Paleolitico aperto, ma con delle negligenze segnalate e pubblicate da Emilio Izzo su Facebook, dove una guida con scarse informazioni e come sottolineato dal post, pretende 10 euro a persona per accompagnare nel tour museale gli ospiti, lasciando tutti basiti.

Quindi quello che c’è non basta, è poco, scarso e gestito senza sinergie.  In base all’articolo di cui vi informavamo, L’assessore alla cultura pro tempore del comune di Isernia si è risentito e non rispondendo all’articolo ha preferito attaccare il giornalista, cercando di smentire come false le affermazioni contenute nell’articolo, nonostante centinaia di cittadini isernini nei loro post ne affermavano la veridicità del contenuto.

Oggi che certamente siamo coscienti tutti che bisogna invertire la tendenza, In tanti rimpiangono l’era Melogli ad Isernia, con eventi di caratura nazionale come la Canzone Italiana d’Autore, voluta dall’allora vicesindaco Giovancarmine Mancini, poi caduta nell’oblio con l’amministrazione attuale.

Ma è il momento di dare la sveglia a tutti, operatori commerciali, istituzioni regionali, provinciali e statali. Che volete fare nel futuro? Lasciare tutto così com’è, ma allora non lamentiamoci, oppure con orgoglio vogliamo affermare che ancora in questa città, in questa regione è possibile vivere e mettere su famiglia puntando sull’ospitalità e su quello che ne deriva?

Intanto per i cittadini, Isernia è peggiorata drasticamente negli ultimi anni,  non discostandosi minimamente da quel detto popolare tutto isernino, a cui far riferimento: “la città dello sconforto, dove o piove, o passa il morto”.