Dal Ministero ai Beni Culturali, Storici, Artistici ect. della nostra Bell’Italia, tramite spot televisivi ed altri mezzi e canali di comunicazione di massa, arrivano puntuali solleciti ad accedere e visitare il vasto patrimonio storico/culturale della nostra nazione.
Finalità chiara e senz’altro da sottoscrivere : far conoscere alla massa di italiani e stranieri quanto di bello, prezioso ed unico è presente sul territorio nazionale, lasciarlo apprezzare ai più e finalmente, ma non già all’ultimo gradino del programma statale, concretizzare cospicui ritorni finanziari per le casse ministeriali. Aspetto, quest’ultimo, di una importanza unica, tanto che in altre nazioni europee -si prenda la Germania- lo Stato, incassando tantissimo da visite, sopraluoghi ect. a monumenti e siti storico/artistici nazionali, rimette in circuito quel denaro concretizzando lavoro, occupazione e tant’altro.
Ebbene cosa fa invece l’Italia, e in particolare il nostro Ministero richiamato ad inizio articolo ? Appone consistenti catenacci e catene ai cancelli d’ingresso dei predetti siti e gira a doppia mandata le chiavi affinché nessuno possa accedervi ! E’ incredibile ma vero, purtroppo ! La conferma, puntualissima, arriva da Venafro, città dove avviene di tutto, guarda caso sempre a scapito del centro e dei suoi abitanti ; e la fine ingloriosa del SS. Rosario, sia consentita la brevissima divagazione, nostro malgrado docet !
Torniamo ai cancelli chiusi e sbarrati dinanzi ai più importanti siti storico/archeologici della città. Per tutti segnaliamo il tristissimo ed assai datato destino di Terme di S. Aniello e Teatro Romano ; complessi storici di una bellezza unica, solo in parte recuperati diversi decenni orsono, ma da anni inesorabilmente chiusi con cancelli, catenacci e robuste catene, ed impediti a visite, studi e quant’altro ! Ieri l’altro il poco edificante spettacolo di diversi studiosi, turisti e visitatori addirittura aggrappati in alto ad inferriate e cancelli chiusi per cercare di vedere, scorgere, ammirare e fotografare dall’esterno !
Un venafrano di passaggio, mortificato alla vista della scena, rivolto agli ospiti, “Scusate per i disagi … -affermava l’uomo- provate a rivolgervi al Museo di S. Chiara o a Castello Pandone se qualcuno dei custodi ministeriali viene ad aprire per farvi entrare ed ammirare …”.
Sulla continuativa chiusura dello stesso sito storico/archeologico c’è anche la testimonianza de “I Venafrani per Venafro”, movimento popolare cittadino impegnato da anni a divulgare attrattive e peculiarità socio/artistiche della città : “Tempo addietro per accedere e far aprire Terme di S. Aniello e Teatro Romano -affermano da “I Venafrani”- dovemmo fare domanda, attendere settimane e chiedere la preventiva pulizia del sito, date le erbe altissime e tant’altro.
E’ certamente un gran peccato quanto accade o meglio tutto quanto non avviene per valorizzazione, conoscenza e divulgazione di massa del consistente patrimonio storico/archeologico di Venafro. E nel frattempo dal nostro Comune nessuna voce al riguardo !”.
Tonino Atella