Recenti dibattiti televisivi andati in onda su emittenti locali molisane, hanno posto in dubbio l’utilità di misure di sicurezza adottate nella passata stagione calcistica e in quella attuale da parte dell’Autorità Provinciale di Pubblica Sicurezza al nuovo Stadio “Romagnoli” di Campobasso.
Premesso che ogni decisione è sempre stata condivisa tra i diversi attori pubblici e privati in campo, sulla base di disposizioni nazionali vigenti, delle Circolari del Ministero dell’Interno e dell’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, la predisposizione dei servizi di ordine e sicurezza pubblica e le misure di safety definite e realizzate, ha consentito lo svolgimento di manifestazioni pubbliche, tra le quali rientrano quelle sportive, senza che si verificassero incidenti.
Anche i tifosi in passato raggiunti da provvedimenti di “Divieto di Accesso ai luoghi ove si svolgono manifestazioni sportive – DASPO” hanno compreso e mutato il loro atteggiamento al punto che nella passata stagione calcistica, a Campobasso non si è reso necessario adottare alcuna misura di prevenzione di tale natura. Appare ovvio che ogni provvedimento di ordine e sicurezza pubblica è sempre finalizzato a garantire tutti i cittadini che pacificamente intendono prendere parte alle manifestazioni e anche coloro che non sono interessati dalla stessa.
La predisposizione di aree separate tra le due tifoserie anche attraverso la individuazione di parcheggi separati, la valutazione dell’idoneità dell’impianto e la messa in campo di lavori di adeguamento ha permesso sia di ridurre l’impiego di personale delle Forze dell’Ordine (con conseguente abbattimento delle spese per la collettività), ma anche di poter garantire che allo stadio tornassero le famiglie ed i bambini, da troppo tempo disaffezionati alle iniziative sportive.
Va da sé che l’attrazione e la fidelizzazione degli spettatori allo stadio prescinde dalle decisioni dell’Autorità Provinciale di Pubblica Sicurezza e richiede la messa in campo di progetti solidi e durevoli che possano attrarre la gente a frequentare l’impianto con rinnovato entusiasmo, nella consapevolezza che si tratta di un luogo di incontro e civiltà tra i cittadini di Campobasso e quelli che vengono da fuori.
Ridicolizzare da parte di alcuni la minaccia terroristica (che sta impegnando in modo estenuante le Forze dell’Ordine in questo particolare momento storico) e i possibili scontri tra tifoserie che (quest’ultimi) in passato sono accaduti anche a Campobasso, non rende un buon servizio alla collettività da parte di taluni operatori dell’informazione che anche per senso etico dovrebbero evitare di “fomentare” la piazza verso una sorta di “ribellione” per le misure di sicurezza adottate nell’esclusivo interesse dei cittadini