La Polizia di Stato nel pomeriggio di ieri ha eseguito un’ordinanza di misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa e ai suoi familiari a carico di S. A., classe 1970, residente in Provincia di Campobasso, ma originario della vicina Puglia.
La notte del 18 luglio 2017, verso le ore 00.30, un giovane campobassano veniva aggredito sotto casa da una persona incappucciata che impugnava un bastone. L’uomo colpiva la vittima con una mazza da baseball alla testa, e questi, per ripararsi dalla furia violenta del reo, si procurava fratture al metacarpo della mano destra, contusioni alla coscia e all’avanbraccio, con una prognosi iniziale di trenta giorni. L’aggressore fuggiva subito dopo a bordo di una vettura berlina nera ad alta velocità.
La Squadra Mobile avviava nell’immediatezza le indagini per identificare il responsabile dell’aggressione. Emergeva immediatamente che la pista utile era quella passionale. La vittima, nonostante fino ad allora avesse nascosto alle forze dell’ordine e ai suoi familiari i fatti, subiva sin dal mese di febbraio 2017 condotte persecutorie da parte di S.A., geloso per una relazione che l’aggredito aveva da tempo instaurato con sua moglie, da cui è in fase di separazione. Tale relazione è il movente degli atti persecutori posti in essere dall’indagato.
Il reato di stalking, ricostruito dagli agenti della Squadra Mobile, si fonda su una escalation di episodi persecutori: nel mese di febbraio l’indagato si appostava sotto casa del malcapitato e nella circostanza lo ingiuriava e minacciava di morte, inoltre lo colpiva con calci e pugni sul corpo e sul naso, provocandogli una ferita con fuoriuscita di sangue. Nel mese di giugno, lo stalker aspettava la vittima in centro a Campobasso, nei pressi del luogo ove quest’ultimo aveva parcheggiato la sua auto e, minacciandolo di ucciderlo, lo colpiva con un pugno al volto con conseguente fuoriuscita di sangue dal naso e dal sopracciglio.
Inoltre, vi è l’ultimo evento del 18 luglio, quando S.A. si appostava tra la vegetazione del parcheggio del palazzo e, dopo aver atteso il denunciante che parcheggiava la sua vettura, si portava alle sue spalle travisato da un passamontagna e munito di bastone, lo colpiva reiteratamente alle braccia ed alla gamba sinistra, cagionandogli lesioni, oltre a danneggiare la vettura in modo da renderla inservibile.
Numerose erano altresì le telefonate mute che la vittima riceveva sul suo telefono. In una circostanza, il predetto aveva trovato incisa una croce sulla carrozzeria della sua vettura, quale chiaro segnale di minaccia. Infine, in diverse circostanze, il marito geloso aspettava la sua vittima sotto casa per incutergli timore ed indurlo ad interrompere la relazione sentimentale.
Il G.I.P. ha ritenuto il quadro probatorio particolarmente solido, emergendo molteplici elementi che “convergono univocamente nel confermare le ipotesi accusatorie, anche oltre la soglia probatoria riservata alla fase cautelare.” Data la pericolosità di S.A., dovuta anche ad altri suoi precedenti penali, il Giudice ha applicato la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla vittima e ai suoi familiari, con riserva di rivalutare misure più afflittive in caso di violazione di quella comminata.