Nella giornata odierna è stato licenziato in seconda Commissione Consiliare il calendario venatorio con parere negativo. Stessa sorte per il regolamento di selezione per la caccia al cinghiale, sempre con parere negativo.
La commissione composta da Micone, Monaco, Manzo, Cavaliere e Scarabeo non ha ritenuto di approvare questi punti fondamentali per dare seguito e legittimità al documento licenziato in giunta. Solo i primi due Consiglieri, Micone e Monaco hanno espresso parere positivo.
Le motivazioni sono da attribuire, per il calendario venatorio alla presentazione del testo in commissione, in netto ritardo rispetto ai tempi dettati dal dispositivo legislativo, inoltre, l’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) aveva espresso in alcuni punti forti perplessità, rispetto al calendario che la giunta ha approvato, evitando di entrare nel merito, di approfondire ed eventualmente adeguare il testo.
Per quanto concerne il Regolamento di selezione per la caccia al cinghiale, non trova legittimazione in quanto manca il parere dell’ufficio legislativo (avvocatura regionale), la regione Molise non dispone di una legge regionale sulla caccia, situazione che inficia
Il Calendario Venatorio 2017/2018 della Regione Molise, aveva avuto il parere favorevole espresso dalla Consulta regionale per la caccia, era stato approvato in Giunta nella giornata di martedì 6 giugno.
Le date
Il nuovo calendario prevedeva come di consuetudine l’apertura della caccia dal 17 settembre 2017 al 10 febbraio 2018 e, al contempo, la chiusura della caccia al Colombaccio il 10 febbraio e le pre-aperture per varie specie tra cui la Tortora nelle giornate del 2, 3 e 9 settembre e la Quaglia nelle giornate del 13 e 14 settembre. Per quanto riguarda il Cinghiale il prelievo doveva essere consentito dal 15 ottobre al 14 gennaio in braccata.
La bocciatura
Questa bocciatura del calendario venatorio e del regolamento della caccia al cinghiale, rappresenta una grave inadempienza da parte del Consigliere delegato alla Caccia Cristiano di Pietro e dello stesso presidente Frattura, forse approvata in giunta con leggerezza, senza i dovuti approfondimenti che in questi casi dovrebbero essere svolti a 360° prima di far approdare i testi in commissione.
Si apre a questo punto la strada del ricorso, in automatico slitteranno i tempi e la questione getterà confusione e panico tra le associazioni venatorie che non potranno contare su date e regolamenti certi.
Come al solito gli errori amministrativi si ripercuotono sulla società civile, ed in questo caso sui centinaia di cacciatori che aspettavano con apprensione l’approvazione, ignari delle mancate regole e del pressapochismo che probabilmente si è rivelato tale, nello stop alle decisioni della giunta regionale.