di Claudia Mistichelli
E’ partita una campagna televisiva contro il bullismo, a cura del Ministero dell’Istruzione, con la presenza di Ambra Angiolini. Uno spot davvero brutto ed inutile. Poche idee per un grande problema che esiste da sempre.
Molto coinvolgenti, invece, i filmati amatoriali, caricati sul web da gruppi di ragazzi. Il bullismo inizia dalla scuola, ma, ricordiamo anche il nonnismo ai tempi della leva militare e il mobbing negli ambienti di lavoro.
I primi sintomi di bullismo, si verificano fin da piccoli. Spesso questi comportamenti violenti, sono il riflesso di atteggiamenti che i bambini o i ragazzi apprendono nell’ambito familiare.
Bambini dai comportamenti aggressivi e prepotenti, che si sentono importanti a far del male al prossimo, oppure si sentono migliori a far parte di un gruppo di molestatori seriali. Si colpisce, quasi sempre, una persona più debole o indifesa, come una vendetta o un riscatto alla propria infelicità. I ragazzi più forti, si ribellano ai soprusi, mentre quelli fragili e solitari non riescono a reagire e, subiscono silenziosamente.
Lo sviluppo tecnologico ed i social network intensificano gli atteggiamenti sbagliati, spesso con la condivisione, sul web, di filmati pieni di orrori e violenze perpetrati contro le vittime prescelte.
Molto utile la campagna sul cyberbullismo, promossa dalla Polizia nelle scuole.
Questi incontri sono avvenuti anche in alcuni istituti scolastici di Campobasso ed Isernia. Iniziative come questa, sono da mettere in campo sempre più spesso, coinvolgendo i ragazzi, con filmati amatoriali contro il bullismo, da riproporre nelle scuole.
Inoltre si potrebbero costituire, con i ragazzi delle classi, gruppi di ascolto e aiuto, ovviamente sempre supportati da adulti professionisti del settore. Purtroppo, però, è la famiglia che deve fare la parte maggiore.
Un tempo i genitori punivano i figli, adesso si tende a giustificare ogni comportamento negativo. E’ più facile gestire un figlio, comportandosi da fratello o sorella maggiore, piuttosto che da educatore.
L’Impegno dei genitori deve essere costante ma, oggi, non si ha più ne’ la voglia ne’ il tempo di sacrificarsi per la famiglia.