Recovery plan, Federico (M5S): “Per il Sud approvato piano infrastrutture da 120 miliardi. In manovra anche fondo perequazione da 4,6 miliardi. Da Patriciello polemiche inutili e strumentali”

A leggere le ultime dichiarazioni di Aldo Patriciello sembra di capire che l’eurodeputato non frequenti Bruxelles da troppo tempo e che sia poco aggiornato sull’attualità nazionale. Prima contesta il ritardo italiano sul Recovery plan ma non si accorge che sono gli amici dei suoi alleati a tenerlo bloccato in Europa, poi farnetica sul rischio di perdere risorse destinate alle infrastrutture del Sud, dimenticando però che nel testo della Manovra ci sono quasi 4,6 miliardi di euro in più riservati al Mezzogiorno proprio su quel comparto”. A intervenire è il parlamentare molisano del M5S, Antonio Federico.

“Il Parlamento italiano, infatti, – dice ancora Federico – sta facendo la propria parte sul Recovery plan. Proprio ieri in Commissione congiunta Ambiente e Trasporti abbiamo approvato una risoluzione che prevede 120 miliardi di euro all’interno del Piano di investimenti per il potenziamento, l’ammodernamento e lo sviluppo delle grandi infrastrutture del Mezzogiorno. A queste risorse si aggiungono quelle previste con il Next Generation Eu e quelle comprese nei contratti con Rfi e Anas.

In più, come detto, nel testo della Legge di Bilancio 2021 in discussione ci sono 4,6 miliardi destinati ad un fondo di perequazione infrastrutturale con l’obiettivo dichiarato di ridurre il gap tra Nord e Sud del Paese. Si tratta di fondi aggiuntivi rispetto a quelli già previsti. Le risorse sono state incluse nelle tabelle della Manovra e saranno a disposizione del Mezzogiorno, con particolare riferimento alle aree interne e alle aree di montagna: si tratta, quindi, di soldi fondamentali anche per il Molise.

Passando al Recovery fund, la misura di portata storica è ora messa a rischio dalla mancata approvazione del Bilancio europeo che è ostaggio, tra gli altri, di Viktor Orban, presidente ungherese allergico allo Stato di diritto e grande amico degli alleati italiani di Patriciello, cioè Matteo Salvini e Giorgia Meloni.
Quindi piuttosto che alimentare vuote polemiche ciclostilate, Patriciello farebbe bene a fare pressioni su Salvini e Meloni per far capire ad Orban che tenere in ostaggio il Bilancio europeo vuol dire mettere a rischio l’arrivo in Italia di oltre 200 miliardi di euro preziosi per il nostro Paese, per la ripartenza delle imprese, per il sostegno ai lavoratori e alle famiglie.

Senza questi soldi, il Recovery plan di cui parla Patriciello è semplicemente inattuabile. Lo stesso eurodeputato – conclude Federico – dice che ‘non è questo il momento per le polemiche inutili’: appunto”.

Patriciello risponde a Federico: “I pentastellati da sostenitori dell’uscita dall’euro ad alfieri dei fondi UE del Recovery Plan”

“Apprendo con grande stupore ed enorme soddisfazione il fatto che l’onorevole Federico sia diventato un fervente europeista – scrive in una nota l’eurodeputato Aldo Patriciello – Il M5S è passato dalle campagne per l’uscita dall’euro a grande alfiere dei soldi Ue previsti dal Recovery Plan. Da europeista convinto la cosa non può che farmi piacere: gli do il mio caloroso benvenuto. Detto questo, tengo a precisare che la mia non voleva essere una sterile polemica, ma soltanto un semplice appello dettato dalle preoccupazioni circa i ritardi del Governo italiano espresse dalla Commissione europea, non certo dal sottoscritto.

Per quanto riguarda, invece, i 4,6 miliardi in più riservati alle infrastrutture del Mezzogiorno, invito l’onorevole Federico a leggere con più attenzione il testo della Legge di Bilancio 2021 attualmente in discussione, di modo tale da scoprire che questa somma è in realtà ben poca cosa visto che sono soldi spalmati fino al 2033. Nel primo anno, il 2022, la cifra per ridurre il gap del sud è di appena 100 milioni. Un peccato, visto che quando si è trattato di finanziare le Olimpiadi invernali di Milano e Cortina, il Governo ha stanziato subito un miliardo di euro da spendere subito, entro il 2026. Le analisi fatte sul sistema dei Conti pubblici territoriali ci dicono invece che per ridurre il divario infrastrutturale, al Mezzogiorno servirebbero 44 miliardi di euro, circa 2,6 miliardi all’anno. Sono sicuro – conclude la nota – che l’onorevole Federico concorderà con me sul fatto che voler ridurre il gap infrastrutturale del sud con poche centinaia di milioni l’anno è come voler svuotare l’oceano con un cucchiaino”.