di Pietro Tonti
Isernia – Il giorno 15 novembre scorso, muore la moglie di Giulio Pirone “Simonetta Napoli”. Giulio immediatamente avverte i suoi due figli che vivono e lavorano a Bologna della prematura dipartita della loro madre.
I due giovani, immediatamente si organizzano per prendere il primo treno utile per Roma, precipitandosi a sistemare le loro cose.
Riescono in serata a catapultarsi in stazione, ma senza biglietti, confidando sul fatto che avrebbero, una volta saliti sul treno, avvicinato il controllore, spiegato l’emergenza e pagato il biglietto.
Infatti, appena saliti sul vagone di Trenitalia in direzione Roma Tiburtina da Bologna, in lacrime e visibilmente provati, avvicinano il controllore, spiegando l’accaduto, della dipartita prematura della loro madre e che non avevano fatto in tempo a recarsi in una biglietteria per acquistare i biglietti.
Per tutta risposta, l’operatore di Trenitalia senza alcun dubbio, applica irremovibile una sanzione di 50 Euro a testa, più il costo del biglietto, per un totale a persona di 110 Euro.
Senza considerare umanamente il caso, insensibile ad ogni richiesta di clemenza, vista la situazione contingente e il grave lutto che li aveva colpiti, il signore di Trenitalia ligio al dovere, con due ragazzi in lacrime, che fortunatamente avevano abbastanza denaro per poter pagare anche la multa, altrimenti – minacciati dal controllore – avrebbero dovuto scendere dal treno con la forza, non accettano supinamente quel trattamento irreale e contro la logica del buon senso e giunti ad Isernia riferiscono tutto al genitore.
Dalla pubblicità di Trenitalia, la quale esalta personale e tranquillità dei viaggi, a questo episodio, definiamolo eufemisticamente increscioso, vi è un abisso.
Purtroppo la sensibilità delle persone non si insegna e quando si sceglie il personale, nonostante i curricula, difficile poter entrare nell’intimo per conoscere e appurare se abbiano quel senso di oculatezza e praticità istintiva di giudicare rettamente. Senza alcun dubbio, per chi deve essere a contatto stretto con il pubblico, crediamo che una dose di buon senso, che esalti l’umano agire sia d’obbligo.
In questo caso il peggio di Trenitalia – come riferito da Giulio Pirone, il papà dei ragazzi – è venuto fuori in maniera indiscutibile. Non è, secondo Giulio, che ha sporto anche denuncia nei confronti di Trenitalia per questa vicenda, chiedendo se è legittimo far pagare una sanzione doppia a chi non fa in tempo ad acquistare un biglietto, ma anche che sia punita l’insensibilità dell’operatore.
Immaginiamo che magari Trenitalia darà anche un premio al suo impiegato, in quanto ha applicato le regole, ma le regole dovrebbero essere applicate sempre e non a discrezione di chi è deputato a farle rispettare.
I molti casi registrati di extracomunitari che salgono sui treni senza alcun biglietto, si rifiutano di pagare ai controlli, minacciando gli operatori, mettendogli finanche le mani addosso, per poi essere lasciati stare, impuniti, nonostante l’arrivo della Polpost alle stazioni, sono liberi di circolare.
Mentre è più facile intimare il rispetto delle regole e sanzionare due ragazzi italiani, che piangono la loro madre e non vedono l’ora di porgergli l’estremo saluto.
Il prossimo slogan per Trenitalia potrebbe essere: “Trenitalia, controllori: forti con i deboli, deboli con i forti?”