Arriva la neve e il Molise si blocca. Ma in prima linea ci sono, come sempre, i lavoratori:

infermieri e medici che soprattutto nei pronto soccorso sono alle prese con le emergenze, dipendenti comunali e Polizia locale che fronteggiano le richieste dei cittadini e cercano di garantire la sicurezza del territorio, autisti che assicurano per quanto possibile i collegamenti, spalatori e i tanti operatori dell’Anas della Provincia o della Protezione civile per liberare strade, addetti alla sorveglianza delle dighe, delle reti elettriche e telefoniche. Imperversa il maltempo e un territorio debole frana. I precari della protezione civile vengono trasformati in “schiavi”: giorni e notti in servizio, turni massacranti, riposi saltati. Assieme a tutti questi lavoratori, molti altri sono coloro che non possono restare a casa per godersi un, insperato, giorno di riposo. Sono coloro che in silenzio, garantiscono un servizio alla collettività. Per alcuni molisani i giorni di emergenza sono un’emergenza continua, nella quale quotidianamente operano, che si complica ancora di più.

Ad ognuno di loro un pensiero di gratitudine, un ringraziamento per un lavoro che svolgono con sacrificio, disponibilità, abnegazione. Non bastano certo, a compensarli, il contratto che dopo dieci anni viene rinnovato, qualche quattrino in più per lo straordinario o la reperibilità, la speranza che prima o poi la stabilizzazione verrà. Occorrerebbe che tutti, a partire da chi amministra e gestisce, li considerassimo il Molise migliore, quello che NON si arrende.