di Pietro Tonti
14 anni di commissariamento della sanità regionale non sono stati certamente risolutivi per le sorti del risanamento del bilancio sanitario e la colpa è del governo e dei commissari che si sono alternati sotto i dettami dei tavoli tecnici, con l’illusione che avrebbero trovato gli ingredienti e le misure adatte per azzerare un debito milionario.
Invece ad oggi dobbiamo registrare solo tagli alla sanità pubblica a discapito della salute dei cittadini, senza aver inciso, in questi lunghi anni, di un millimetro sul debito contratto.
Cosa vi è di nuovo a oggi per stimolare il nostro interesse sull’argomento? Ebbene, una unità di intenti come non si era mai verificata prima. E’ l’ex Presidente Iorio ora Assessore a prendere posizioni e a rilanciare, affermando: “adesso che anche la sinistra la pensa come me si può arrivare a un pronunciamento unanime del Consiglio regionale per chiedere al governo l’azzeramento del debito sanitario e l’uscita dal commissariamento”.
E già, Iorio ha preso la palla al balzo dopo che Massimo Romano leader di Costruire Democrazia ha approntato una diffida indirizzata al Presidente della Giunta regionale Roberti, a Palazzo Chigi, ai ministeri di riferimento e alla delegazione parlamentare molisana. L’intento è quello di far comprendere e quindi mettere davanti alle proprie responsabilità il governo per il debito della regione Molise, determinato in oltre 562 milioni di disavanzo, contratti in 14 anni per le inadempienze e l’inerzia dei commissari nominati dal governo sulla sanità, principale voragine nei conti della ventesima regione.
Finalmente qualcosa si muove potremmo dire, questa consapevolezza e azione congiunta potrebbe far leva sul governo, qualora si dimostrasse sensibile ai bisogni reali della popolazione. Fino a oggi l’unico sistema adottato su proposta del Senatore Lotito e approvato dal governo – per quest’ultimo in maniera indolore – è solo la dilazione del macroscopico debito in 30 anni.
Chiedere l’azzeramento del debito, ed eliminare il commissariamento in sanità è solo una richiesta sacrosanta. Siamo anche convinti che se il governo non modifica i parametri dettati dalla Legge Balduzzi per questa regione, anche senza debiti e commissari, si giungerà in breve a ricontrarre un nuovo disavanzo in sanità.
Riportare la sanità pubblica alle dirette dipendenze del governo sarebbe una soluzione, sottraendola alle regioni, nella piena dipendenza delle scelte governative potrebbe essere una scelta risolutiva, come anche quella della diatriba sull’erogazione dei servizi sanitari dei privati accreditati in sanità, dovrebbe rientrare nelle dirette dipendenze del governo. Meno fondi alle regioni, ma meno debiti e facilità nell’amministrare un segmento complesso e fondamentale per i cittadini come quello della loro salute.
Parrebbe che proprio il governo sia comunque di tutt’altro avviso e il regionalismo differenziato il famoso Ddl Calderoli, va nella direzione opposta alle nostre aspettative.