di Domenico Angelone
Diamo uno sguardo a cosa è accaduto nel tempo per giungere all’attuale crisi industriale della Unilever a Pozzilli e il rischio non escluso della totale chiusura dell’azienda in due anni.
- Ottobre 2004 – Dopo i deludenti dati di Nestlè, arrivano l’allarme utili di Unilever e, dagli Usa, quello di Colgate e Coca-Cola. La crisi dei consumi intacca anche i beni di base. Per Morgan Stanley il settore è underperform.
- 2010 – La vocazione della holding Unilever, dichiarano i vertici di Rotterdam è strettamente commerciale e progressivamente nel mondo la multinazionale dismetterà le produzioni.
- Giugno 2019 – L’azienda madre attraverso la “Supply Chain” (catena di distribuzione) Unilever europea, decide di puntare sullo stabilimento di Casalpusterlengo per l’industria 4.0 e ridurre le produzioni a Pozzilli. Nonostante la produzione sia più conveniente in Molise, forse la bassa reattività sociale dei molisani, convince la holding non a delocalizzare lo stabilimento, ma ad allocare presso Lodi reparti vitali di produzione dal Molise.
- Settembre 2019 – La Unilever Manufacturing subisce le decisioni della casa madre in Italia e si allinea alle volontà industriali che partono da una programmazione ampia già avviata da qualche anno.
- Ottobre 2019 – I sindacati avvertono i primi segnali negativi. L’azienda vuole allocare a Casalpusterlengo i reparti: rischio chiusura?
- Dicembre 2019 – La Unilever di Pozzilli subisce la perdita di reparti nevralgici allocati a Casalpusterlengo.
- Inizio Gennaio 2020 – I vertici che di consueto a novembre lanciano il piano industriale, lo procrastinano a gennaio 2020.
- 21 Gennaio 2020– Riunione fiume a Campobasso nella sede di Assindustria, a confronto i vertici dello stabilimento di Pozzilli e i sindacati. Al tavolo il direttore dello stabilimento Dario Cozzolino e l’ufficio del personale. La risultanza: lo stabilimento di Pozzilli dovrebbe essere al sicuro almeno fino al 2021.
- 23 Gennaio 2020 – Le maestranze e i sindacati unitari, non convinti dall’incontro in Assindustria entrano in stato di agitazione, prime otto ore di sciopero, ma senza risposte si va avanti ad oltranza.
- 24 Gennaio 2020 – Primi coinvolgimenti della politica regionale.
- 03 Febbraio 2020 – Le prime risposte arrivano in un tavolo di concertazione tra i vertici europei della Supply Chain Unilever e il Presidente Toma a Campobasso. Garanzie? Solo 200 mila euro di investimenti in formazione per le maestranze e prepensionamento per chi ha raggiunto un’età prossima alla quiescenza.
- 04 Febbraio 2020 – Lo sciopero davanti ai cancelli continua, nonostante il moderato ottimismo della politica, i sindacati e le maestranze non hanno in mano nulla di certo. Il rilancio dell’azienda e le speranze per il futuro non trapelano nel modus operandi della holding.
- 06 Febbraio 2020 – Vertice romano al Mise con i sindacati e la sottosegretaria allo Sviluppo Economico, Alessandra Todde, i vertici aziendali non sono presenti. Il Ministero conferma il proprio impegno annunciando un prossimo incontro a Roma con il management Unilever, per far leva sull’azienda affinchè possa restare in Molise e garantire i livelli occupazionali attuali.
- 06 Febbraio 2020 – All’immotivato ottimismo del Ministero, si innescano le possibili strade percorribili in caso il dado sia tratto (come si evince nei fatti concreti rilevati dalle RSU) e l’azienda abbia già deciso il progressivo smantellamento dell’industria a Pozzilli.
- L’ipotesi più favorevole: cedere lo stabilimento di Pozzilli ad una Cooperativa di operai o ad un investitore privato e, come a Sanguineto, avere la garanzia che la Supply Chain per 10 anni acquisti tutta la produzione, garantendo i livelli occupazionali attuali.
- L’ipotesi meno favorevole: riduzione drastica delle maestranze e turnover in attesa della dismissione totale dell’azienda, in due anni, con la speranza – nel frattempo – che possa esserci un possibile investitore.
- L’ipotesi drammatica: chiusura stabilimento, cassa integrazione, perdita dell’indotto e famiglie sul lastrico.