Il frate del terzo millennio ? Religioso assolutamente calato nel tempo che vive, anche se nient’affatto lontano – anzi …- dalla regola secolare dell’ “ ora et labora “, il prega e lavora di francescana istituzione giuste le secolari regole dell’ordine. Premesso che non ce ne sarebbe affatto bisogno alla luce della proverbiale affidabilità della famiglia monacale, diciamo che a Venafro il citato “ ora et labora “ trova piena attuazione stando a quanto emerge da una visita al predetto convento, possibile fare in qualsiasi momento della giornata concordandola preventivamente coi frati sempre pronti, anzi felicissimi di aprire le porte del loro sito. Si entra e si ha subito l’impressione dell’ordine, della pulizia, della tranquillità, del silenzio e di riflesso della preghiera che riempie le ore e le giornate conventuali. E sin qui tutto nella regola, tutto nella norma viene da dire. Ma subito dopo, una volta usciti nell’ampio ed accogliente giardino del convento, ecco venir fuori in maniera bellissima e meravigliosa il resto dell’ “ora at labora” alla base della vita francescana. Se cioè in Basilica e in convento si prega e ci si raccoglie, ossia si applica alla lettera l’ “ora”, la preghiera francescana, è nel contatto con la natura che si completa l’essenza stessa dell’essere frate ai primi del terzo millennio. Come, ci si chiederà ? Lavorando la terra, zappando, accudendo l’orto, curando le piante, raccogliendo i frutti e occupandosi degli animali, come galline (tantissime nel giardino del convento di Venafro e tutte perfettamente tenute, come del resto gli altri animali allevati), maialino, caprette, oche e via di seguito. Chi dei pochi frati nel convento di Venafro se ne occupa ? Un po’ tutti, ma è soprattutto il Guardiano e Superiore Fr. Cosimo Vicedomini ad accudire senza soste e in continuazione verde, animali, ortaggi, alberi e tutto quanto arreda e rende unico il vasto giardino conventuale. Non mancano tavolini e sedie per trascorrere piacevoli ore all’aperto, del resto stiamo parlando di uomini con le loro naturali ed ovvie esigenze di momenti di relax e socializzazione, ma soprattutto emerge chiarissima la meravigliosa applicazione di quell’ “ora et labora” pronunciato da San Francesco quale motivo fondante della vita di ciascun confratello dei suoi tempi e di quelli a venire. E a Venafro, da Fr. Cosimo a Fr. Giambattista, da Fr. Denis a Fr. Giuseppe, ossia i quattro sacerdoti che vivono oggi la realtà conventuale cittadina, la plurisecolare regola trova magnifica applicazione quotidiana a conferma della profonda validità dell’insegnamento del Santo di Assisi nonostante il trascorrere del tempo e l’avvento del terzo millennio coi mille cambiamenti della velocissima società contemporanea. Cambiamenti per tanti, ma per i frati minori cappuccini di Venafro come di altre località l’ “ora et labora” resta meravigliosamente attuale, preminente e come tale da non disattendere, tant’è la cura che si dedica ad altare e chiesa, non disgiunta affatto dalla dedizione al lavoro della terra ed alla cura degli animali.
Tonino Atella