Come Nerone suonava la lira mentre Roma bruciava, i parlamentari molisani di FDI autoincensano la loro attività di governo nazionale e locale sui media locali, nonostante sia palese il disastro sociale che stanno causando anche nel Molise.

L’attacco alle classi lavoratrici e popolari è evidente: i salari reali continuano a scendere più che in ogni altro paese d’Europa per l’aumento dei profitti dei capitalisti che il governo vuole anche detassare; accise sulla benzina integralmente ripristinate, impennata dei tassi sui mutui per gli utili record dei banchieri.

Omicidi sul lavoro in aumento grazie al precariato dilagante favorito dalla Meloni che ha esteso la liberalizzazione degli appalti, sistema sanitario a pezzi anche nel Molise, con liste d’attesa infinite, per favorire gli extraprofitti della sanità privata;  “autonomia differenziata” con cui si  regalano ai padroni del Nord le risorse tolte alla popolazione più povera del paese e che per la sanità molisana  sarà l’ulteriore mannaia.

Sulla parte più povera anche molisana, si abbate la vergognosa cancellazione del reddito di cittadinanza, cioè il diritto di sopravvivenza dei disoccupati, che peraltro spinge ancora più in basso i salari, soprattutto per i più ricattabili, con l’aggravante del rifiuto scandaloso di ogni forma di salario minimo.

E poi la truffa della “riduzione del cuneo fiscale”: a pagare i contributi tagliati sono gli stessi lavoratori e lavoratrici, col fisco e col debito pubblico dei quali sopportano il maggior carico, oppure subendo i tagli ai servizi. I padroni infatti non versano un euro ed il capo di Confindustria è felice.

Meloni tutela gli interessi dei capitalisti a danno della classe lavoratrice e delle classi povere anche molisane, aumenta solo le spese per armamenti, per pagare il debito pubblico e interessi a banchieri e compagnie di assicurazione. Come del resto hanno fatto tutti i governi precedenti.

Le burocrazie dirigenti del sindacato hanno garantito la pace sociale a governo e padroni, con critiche innocue. La pur positiva manifestazione a Roma non basta: occorre preparare uno sciopero generale vero, prolungato, su una piattaforma generale di rivendicazioni di lavoratori e lavoratrici che possa emergere da un’assemblea nazionale di delegate e delegati eletti anche dl Molise:

  • Per una patrimoniale straordinaria di almeno il 10% sul 10% più ricco, che possa finanziare il raddoppio della spesa sanitaria, un vasto piano di assunzioni nei servizi, un forte investimento in risanamento ambientale ed energie rinnovabili;
    – Per un forte aumento salariale di almeno 300 euro netti per tutti i lavoratori e le lavoratrici
    • Per la reintroduzione della scala mobile dei salari
    • Per un salario minimo intercategoriale di almeno 12 euro l’ora
    • Per un reddito dignitoso ai disoccupati
    • Per la cancellazione di tutte le misure di precarizzazione del lavoro e della attuale legislazione sugli appalti
    • Per il controllo delle lavoratrici e dei lavoratori sulle condizioni del lavoro, e la decuplicazione di ispettori e ispezioni
    • Per la riduzione generale dell’orario di lavoro a 30 ore pagate 40
    • Per la cancellazione del debito pubblico alle banche e l’abbattimento delle spese militari

Nella prospettiva di legare queste lotte alla prospettiva di un governo delle lavoratrici e dei lavoratori, che potrà realizzare una svolta vera anche per le masse molisane, cioè anticapitalistica.

 

Partito Comunista dei Lavoratori MOLISE