Bilancio di previsione regionale, la Segretaria regionale della Uil Boccardo è intervenuta in I commissione consiliare: “Avremmo preferito un confronto preventivo con la Giunta Toma, dare un’accelerata alla spesa, così non ci siamo”.
Si è tenuta ieri l’audizione della prima Commissione consiliare sul documento principale di programmazione economica, finanziaria, sociale ed occupazionale della Regione Molise. Ci informa la Segretaria generale della UIL Molise, Tecla Boccardo. siamo dinanzi a una manovra di Bilancio che rischia di non cogliere i problemi del Molise e dei molisani. Come Uil ribadiamo la nostra disponibilità ad affrontare insieme il tema dello sviluppo economico sociale ed occupazionale. Noi siamo pronti non solo con proteste, ma con proposte concrete”.
Siamo consapevoli che i numerosi problemi di “natura finanziaria” della Regione non si risolvono dalla sera alla mattina, ma siamo anche dell’avviso che si debba cambiare verso alle politiche finora introdotte, sfruttando l’opportunità delle ingenti risorse del PNRR e della coesione sia europee che nazionali. Un piano che affronti i temi dello sviluppo, della crescita, dell’occupazione, della salute e del benessere sociale.
Tuttavia, nella manovra varata dalla Giunta non vediamo quei provvedimenti volti alla diminuzione del carico fiscale regionale, anzi così come disegnato si prefigura come una “fiscalità di svantaggio” per cittadini e imprese.
Occorre accelerare la spesa dei fondi comunitari e quella del fondo sviluppo e coesione: in quest’ultimo caso gli interventi previsti dal piano sviluppo e coesione (PSC), della Regione Molise al 31 dicembre 2021 su un totale di 129 milioni di euro tra FESR e FSE, ne sono stati rendicontato a Bruxelles 74,4 milioni di euro (il 57,7% del totale).
Ciò significa, però, che da qui alla fine del 2023 dobbiamo spendere quasi la somma che abbiano speso in sei anni di programmazione, mentre il Programma Operativo Complementare del Molise (POC 2014-2020), su 91 milioni di dotazione finanziaria è fermo al palo.
E non va meglio sul versante del fondo sviluppo e coesione: dei 432 milioni di euro del “piano Molise”, è stato speso solo il 9,9% del totale (20,4 milioni di euro); mentre del Contratto Istituzionale di Sviluppo risulta speso solo l’1,7%. Quindi la parola d’ordine che lanciamo è accelerazione della spesa.
Guardando ancora i numeri del bilancio – continua la sindacalista – diminuiscono le spese per il turismo, per lo sviluppo sostenibile e la tutela ambientale, per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali, per l’istruzione e il diritto allo studio, per l’assetto del territorio ed edilizia abitativa e si dimezzano gli stanziamenti per lo sviluppo economico e la competitività, così come la spesa per i trasporti, aumentano invece le poste su politiche attive, giovanili e assetto del territorio.
Sul versante delle entrate non si intravede per quest’anno una diminuzione del carico fiscale, anzi vi è un aumento per il 2022 e solo a partire dal 2023 che si cambia rotta.
Rimane sostanzialmente invariata la spesa per il diritto alla salute, che probabilmente sarà tagliata dal confronto con il tavolo tecnico nazionale come spesso accade da anni. Preoccupa e, non poco, la diminuzione di spesa per i servizi sociali che subisce un taglio dell’82% e da questo punto di vista chiediamo un diverso passo per il finanziamento dei servizi sociali con un piano di graduale aumento della spesa per i prossimi anni.