di Pietro Tonti
Il M5S, pur non riuscendo a ridurre le indennità di un euro di parlamentari e consiglieri regionali, avallano l’aumento di quelle di sindaci e giunte comunali del 112%.
Certamente siamo un popolo dove le contraddizioni viaggiano alla velocità della luce e spesso si tende a dimenticarle. Immersi nelle problematiche della propria quotidianità, non ci facciamo caso, mentre chi produce buoni propositi spesso, va ad avallare l’esatto contrario di quello che magari aveva affermato poco tempo prima.
Ricorderete l’annuncio, era il 30 marzo 2020:
M5S: “Parlamentari e consiglieri regionali, diamo il buon esempio: dimezziamoci lo stipendio!”
Il capo politico del Movimento 5 Stelle, Vito Crimi, lanciava la proposta a tutti i parlamentari di dimezzarsi lo stipendio, da quella data fine a conclusione della legislatura e di destinarlo alle tante iniziativa per fronteggiare l’emergenza che si faceva sentire, sia sul fronte sanitario che economico.
Proposta respinta al mittente, ma poche settimane fa, nonostante la pandemia per il Governo non sia finita e l’economia è in ginocchio; nonostante i parlamentari, così i Consiglieri regionali di tutta Italia, non si siano ridotti di un euro i loro lauti stipendi, Draghi approva con l’avallo anche dei grillini le nuove indennità di sindaci e giunte comunali.
Ma quale buon esempio d’Egitto? Indennità di sindaci e giunte portate fino al 112%.
La riforma delle indennità è inserita nella legge di Bilancio, previste maggiorazioni in base alla popolazione residente. Si parte dall’incremento economico delle indennità dei presidenti di regione 13.800 euro mensili lordi, per poi passare ai membri delle giunte e ai presidenti dei consigli comunali che percepiranno fino a 4.800 euro mensili. Un esborso di denaro inverosimile rispetto al periodo di crisi che vive l’Italia per le singole realtà comunali, il quale graverà sempre sui cittadini. Sembrerebbe che questo governo e i capi partito, vivano nella turris eburnea di una Versailles prima della presa della Bastiglia, dove chi governa non si rende conto delle vessazioni di cittadini e famiglie sempre più povere, costrette a fare i conti con lavoro scarso o sottopagato e bollette raddoppiate.
Possibile che si viva una così evidente contraddizione? Il M5S come giustifica politicamente all’elettorato che resta, questa posizione contraria ai principi basilari del movimento?
Era il caso di aumentare le indennità del 112% in questo momento storico di restrizioni?
Gli italiani che dovranno sostenere anche questi aumenti milionari di indennità comunali, saranno maggiormente tassati questo è ovvio.
Siamo tornati improvvisamente ricchi e non lo sappiamo, oppure non ce ne siamo accorti!