Giungono i primi bilanci economici nel Molise, quelli riferiti alle aperture e chiusure delle partite Iva.
Dai primi dati in nostro possesso, evidenziati dal Presidente della Camera di Commercio regionale Paolo Spina, non ancora definitivi, parrebbe che vi sia una situazione di quasi pareggio tra le chiusure delle attività e le aperture a fine 2021.
In sintesi, nel secondo e terzo trimestre 2021 vi è stato un aumento delle attività, mentre nel quarto una riduzione di circa 25 attività economiche come saldo negativo, ma a chiusura di bilancio potrebbe addirittura esserci un incremento delle aperture rispetto alle chiusure. Questi dati sono in termini assoluti, come ribadisce Spina, nulla a che vedere con i vari settori economici molto di versi tra loro.
Su L’Edilizia
In questo contesto, si evidenzia l’impennata delle attività economiche come quelle edili che grazie al sisma bonus e al 110% hanno superato ogni più rosea aspettativa di rilancio nel 2021, anche l’industria molisana ha goduto di incrementi sostanziali, mentre il commercio e l’artigianato hanno sofferto e continuano a soffrire.
Un dato che si recepisce in negativo è quello dettato dai saldi di fine stagione, sulle attività legate al fashion, in cui tanti commercianti hanno puntato nel Molise per cercare di realizzare introiti sufficienti per sostenere i costi di gestione, dopo un Natale caratterizzato da vendite molto limitate dalle restrizioni pandemiche.
Male i saldi di fine stagione
Il Presidente Spina riferisce che attraverso la Confcommercio è stato effettuato un sondaggio tra le attività commerciali in questi giorni ed è emerso un dato sconfortante. I clienti non entrano nei negozi temendo l’alta diffusione del contagio per la variante Omicron; addirittura gli acquirenti telefonando, fissano appuntamenti personali fuori orario con i negozianti per evitare contatti con altre persone, la risultanza è che le aspettative di introiti validi stanno venendo meno.
Bisogna anche considerare nel bilancio attuale e quello di fine anno appena trascorso, le grandi limitazioni ai settori legati agli eventi e all’aggregazione, che hanno subito impotenti per il secondo anno consecutivo le restrizioni, stavolta aggiungiamo noi, senza alcun ristoro previsto dallo Stato.
Per i titolari di queste attività sarà difficile portare avanti le aziende e pensare in positivo anche per il 2022, dove oltre al danno, anche la beffa degli aumenti incontrollati di materie prime e delle energie, daranno il colpo di grazia a chi con tanta fatica fino ad oggi è riuscito a non chiudere i battenti.