di Claudia Mistichelli
Accordi, decreti, trattati, alleanze, vincoli, insomma una politica europea che ci mortifica e maltratta.
Mentre i potenti della Terra, nei loro lussuosi incontri decidono del nostro futuro, ci comunicano che soltanto nel 2027 ci sarà una ripresa.
Il popolo italiano si sente sconfortato e abbandonato dalle istituzioni. Come sopravviverà l’Italia ad altri 10 anni di invasioni barbariche e di scelte politiche disastrose, contro il bene comune, contro il diritto al lavoro, contro la sanità pubblica?
Una politica volta esclusivamente a svendere i nostri beni e i nostri territori a favore di multinazionali, per trivellare, per costruire gasdotti o per discariche tossiche.
Mentre si lasciano morire, nel più completo abbandono, i territori interni e le città. “Politica” significava l’amministrazione della “polis” per il bene di tutti, la determinazione di uno spazio pubblico al quale tutti i cittadini partecipavano, questo era il significato espresso da Aristotele. Purtroppo, oggi, la parola politica è sinonimo di potere, denaro, spartizione di territori e poltrone.
Le campagne elettorali sono basate su promesse che in seguito non vengono onorate. Il Presidente di una regione, il Sindaco di una città, l’Assessore regionale o comunale, spesso dimentica, che rappresenta tutti i cittadini, anche chi non lo ha votato.
Essere scelti per un ruolo istituzionale non è una vittoria, ma una responsabilità. Eppure, nonostante l’Italia stia subendo l’ennesima campagna elettorale, piena di parole e promesse, il popolo continua a vedere l’indifferenza delle istituzioni e l’assenza di una politica costruttiva.
Il nostro Governo è come Attila: un generale spietato e un abile negoziatore che, non voleva terre o potere, voleva obbedienza, denaro e bottini, per gestire le sue numerose e mutevoli alleanze.
Possiamo dire che la Storia si ripete e la politica moderna incarna perfettamente il suo stile: “Dove passa Attila non cresce più l’erba”!