Tutta il dibattito sulla legge elettorale regionale del Molise verte sulla “questione territoriale”, dimenticandosi della questione fondamentale: il pluralismo e lo spazio di agibilità democratica, le esigenze di rappresentatività delle classi lavoratrici e più deboli.
Rivolgiamo perciò un appello a tutta la sinistra politica, sociale e sindacale, affinché si costruisca la più ampia ed unitaria mobilitazione dei lavoratori e delle classi popolari molisane, per una legge elettorale regionale puramente proporzionale, senza “premi di maggioranza” e sbarramenti e derive presidenzialiste.
Questi artifizi consentono ai vari comitati affaristici della borghesia ed ai loro politici che operano nel Molise, di ottenere in modo truffaldino la maggioranza del consenso elettorale, calpestando l’elementare principio democratico “una testa un voto”, così escludendo con più facilità la rappresentanza in consiglio regionale, delle forze che rappresentano i lavoratori e le parti più deboli della società, contro le ingiustizie del capitalismo per una società più giusta e più libera.
E’ la “governabilità della rapina sociale” , di questi poteri regionali oppressivi, che così possono più facilmente perpetrare il saccheggio di servizi sanitari e beni sociali con tagli e privatizzazioni, dell’ambiente e delle risorse pubbliche, in danno alle classi popolari molisane.
E questa truffa maggioritaria ben si combina con il “presidenzialismo” formale (elezione diretta) o di fatto (indicazione), che elimina o indebolisce drasticamente il ruolo decisorio consiliare, a vantaggio “dell’uomo solo al comando” e del suo ristretto esecutivo.
E’ la ormai consolidata solfa reazionaria, di eredità fascista e tipicamemte di destra, che concepisce ex se come un “fastidio”, la dialettica democratica, la partecipazione popolare, il dissenso sociale (specie se anticapitalistico); una deriva autoritaria sciaguratamente “sdoganata” negli anni ’90 dai diessini post stalinisti sino al renzismo bonapartista, reiterando peraltro la conferma di quanto fosse realistica la denuncia di Calamandrei, della Costituzione come “promessa di una rivoluzione tradita” .
Vero che, da comunisti, aspiriamo ad una forma di democrazia superiore, fondata sul governo dei lavoratori e su uno stato operaio, liberata tanto dal finto e vuoto parlamentarismo asservito ai grandi comitati d’affari del capitale, quanto dalle falsificazioni del socialismo antioperaie e criminali operate dallo stalinismo; ma non possiamo esimerci da questa battaglia immediata e pur parziale, per la legge proporzionale pura, fondamentale per la difesa nell’immediato degli spazi di rappresentatività delle classi lavoratrici e più povere.
Ed infatti, la lotta per la legge elettorale proporzionale pura, non a caso appartiene alla migliore tradizione del movimento operaio, anche nel Molise.
Il Coordinatore Regionale
Tiziano Di Clemente