di Pietro Tonti
La Castellina è un’azienda del Gruppo Colella Holding che fa capo all’Ing. Camillo Colella patron anche delle acque minerali di Canistro Terme in Abruzzo che sul mercato si riconosce con il brand nazionale “Acqua Santa Croce”.
E’ vero che “nemo propheta in patria”, ma spesso potrebbe anche esserci una inversione di tendenza e dare a Cesare quel che è di Cesare. Capita che le guerre si fanno a casa propria per limitare o mettere i bastoni fra le ruote a chi vuole fare impresa. Per anni il comune di Castel Pizzuto ha condotto una battaglia per eliminare l’unica azienda che in un paese di 157 anime produce qualcosa, un bene prezioso come l’acqua e la immette sul mercato interregionale. Offre lavoro a molte famiglie, unica risorsa e sostentamento in una zona avara di lavoro e di iniziative imprenditoriali.
In questo contesto, il Gruppo Colella nel passato ha ottenuto passando per la giustizia ordinaria quello che gli spettava di diritto, la Castellina continua a imbottigliare acqua e a dare lavoro. L’Ing. Colella sdrammatizza e non ama fare dietrologia, quello del passato della Castellina è un capitolo chiuso, ma bisogna fare i conti con la quotidianità e spesso chi agisce si ritrova a gestire l’imponderabile.
Quello che è accaduto qualche giorno fa sempre a Castelpizzuto. Una concessione regolare per effettuare dei lavori di consolidamento strutturale nella proprietà dello stabilimento a ridosso dell’unica strada percorribile per giungere al paese, si è rivelata una tragedia greca.
Una frana ha spezzato in due la provinciale, non si poteva prevedere, non vi erano segnali di pericolo, almeno quelli noti all’azienda. Il cantiere è stato sospeso e poi successivamente l’amministrazione comunale nel giro di 24 ore, in seguito ad un esposto, la Procura ha sequestrato il cantiere.
Abbiamo raggiunto l’Ing. Colella per comprendere cosa sia realmente accaduto e come ripristinare la viabilità. Di fatto ad oggi il paese è isolato e le persone, quasi tutte anziane che abitano nel paese necessitano di assistenza e cure, un disagio che penalizza il comune già spopolato e lo rende irraggiungibile.
Ing. Colella cosa è accaduto?
Non potevamo prevedere una frana, nessun tecnico ci aveva informato, non avevamo prescrizioni; nemmeno il comune che era a conoscenza di un movimento franoso in quel luogo da molti anni, poteva prevedere che si potesse verificare una frana con i lavori a valle. Abbiamo tutte le autorizzazioni. Queste cose saranno poi accertate con gli esperti.
Insieme agli abitanti del paese penalizzata anche la sua azienda?
Certamente, abbiamo lavori sospesi e fortunatamente lo stabilimento continua a funzionare, in quanto la frana è a monte, a circa 150 metri dall’ingresso alla Castellina. Ci dispiace comunque e sono rammaricato per i disagi alla popolazione residente.
Era necessario, secondo lei, il sequestro del cantiere?
Il cantiere era già sospeso data la frana in corso e la notifica dell’amministrazione comunale. Il sequestro cautelativo, da parte della Procura, notificato dalla Questura pentra, dietro denuncia dell’amministrazione comunale, ci sta quale atto in autotutela. Fortunatamente non si sono registrati incidenti. Solo che ora si avvia un iter per ottenere il dissequestro e iniziare i lavori di palificazione per mettere in sicurezza la strada e renderla fruibile. Abbiamo avviato con un nostro tecnico i lavori di calcolo per il progetto di ripristino della strada, anche per salvaguardare la nostra proprietà. Tali lavori saranno concordati con la Provincia (abbiamo avuto già ieri un primo incontro con il Presidente Ricci) e Comune. Certamente il cantiere dovrà essere dissequestrato per iniziare i lavori.
I tempi in questo momento sono importanti per trascinare fuori dall’isolamento il paese.
Si, è vero. Posso garantire che nel momento in cui avviene il dissequestro, in due settimane saremo in grado di ripristinare la regolare viabilità di questa strada. Restiamo comunque a disposizione per accelerare l’iter tecnico procedurale.