“Il rifiuto del progetto del centro Covid interregionale a Larino, nonostante la mozione M5S –PD approvata in Consiglio Regionale, e la parallela “predilezione” per una rete ospedaliera mista, con la previsione di reparti Covid e no Covid in tutte le strutture sanitarie pubbliche regionali, soluzione che il Presidente Toma e l’Asrem hanno considerato più efficace per fronteggiare al meglio un’eventuale recrudescenza della pandemia, evidenziano una carenza di collaborazione istituzionale da parte della Regione Molise, nonché la volontà di ignorare le richieste provenienti dagli operatori sanitari, dal territorio e dai cittadini molisani.
La creazione di reparti misti è stata sempre sconsigliata dal Ministero della Salute e la richiesta fatta alla Regione Molise di adeguare il piano anti-Covid alle linee di indirizzo del Ministro della Salute è del tutto opportuna, alla luce delle ampie perplessità che la proposta regionale aveva fin dall’inizio suscitato di fronte al rischio di una nuova ondata di contagi, anche in ambiente ospedaliero, e all’ulteriore probabile aumento della mobilità passiva”. A dichiararlo Rosa Alba Testamento, Portavoce molisana del MoVimento Cinque Stelle alla Camera dei Deputati.
“Tuttavia – continua la Portavoce pentastellata – il dibattito sulla sanità molisana non deve riguardare solo la questione Covid, ma avere una visione più ampia che comprenda tutte le strutture pubbliche interessate dalla definizione del nuovo Piano Operativo Sanitario.
Voglio soffermarmi sul ruolo marginale e riduttivo destinato agli ospedali di Larino e Venafro, ai quali, in sintesi, viene riservata la riabilitazione. Venafro e Larino sono due città che vantano una storia importante e un ruolo significativo, nelle quali l’ospedale è sempre stato presente e ben funzionante, costituendo una sicurezza per la popolazione locale e i territori di riferimento. Queste due città sono state private di un bene vitale e hanno registrato sensibili passi indietro nell’economia e nella vivibilità, quasi rassegnandosi a un processo di evidente spopolamento. Il SS. Rosario negli anni è stato oggetto di una progressiva e continua dismissione di reparti e servizi, con la chiusura nel luglio 2018 anche del punto di primo intervento.
La narrazione che in soli 30 minuti si raggiunge il pronto soccorso di Isernia è fuorviante, perché a Venafro non tutti abitano in via colonia Giulia. In caso di necessità il personale del pronto soccorso, anche se immediatamente disponibile, deve comunque raggiungere il paziente, che potrebbe trovarsi in aperta campagna o in borghi limitrofi situati sulle alture circostanti e dopodiché arrivare sulla statale venafrana, dal dove partono i 30 minuti per giungere al pronto soccorso di Isernia. Si tratta di tempistiche che nelle emergenze possono fare la differenza tra la vita e la morte.
Inoltre, l’ospedale di Venafro è sempre stato nei fatti un ospedale di confine e punto di riferimento anche delle regioni limitrofe, svolgendo sempre egregiamente il suo ruolo.
“Strutture come quelle di Larino e Venafro – prosegue – meritano molto di più della semplice assistenza riabilitativa o dell’attivazione della Residenza Sanitaria Assistenziale e devono recuperare dignità nel prossimo Piano Operativo Sanitario, perché entrambe le comunità hanno diritto a strutture ospedaliere efficienti e pienamente integrate nella rete di emergenza – urgenza.
Ormai è acclarato che il taglio di posti letto pubblici, la chiusura di servizi, reparti e ospedali, assieme all’aumento delle tasse ai cittadini, non sono serviti a ripianare il disavanzo finanziario della sanità molisana e questo dimostra che le cause su cui è ormai necessario intervenire sono ben altre e vanno analizzate approfonditamente.
Errare humanum est, perseverare autem diabolicum dicevano i latini. Per questo auspico una collaborazione più fattiva tra struttura commissariale e governo regionale, che metta al primo posto il diritto alla salute dei molisani, i loro bisogni, la vivibilità e lo sviluppo regionale. Basta con i compromessi al ribasso” – conclude Testamento.