di Pietro Tonti
“Ora portiamo l’Italia nel futuro“. Questo lo slogan degli ultimi giorni, dopo il paventato successo di Conte in UE che successo non è, anzi c’è da chiedersi che cosa è successo e cosa succederà realmente, in seguito a questa falsa beatitudine.
Ecco, forse il Ministro dell’Economia Gualtieri in tal caso non ha tutti i torti: ce ne vorrà di tempo per capire come stanno veramente le cose sul fronte del Recovery fund, che come sappiamo è legato a doppio filo al bilancio Ue 2021-2027. Ma l’economia reale è un’altra cosa.
Nel Molise e in Italia giungerà la cura quando il malato sarà già morto e le previsioni catastrofiche per settembre sono una realtà già in questi giorni, in cui gli adempimenti fiscali che si dovevano differire a settembre si iniziano già a pagare senza stop.
Il popolo delle partite iva sempre più bistrattato da questo governo, il quale ha costretto tutti al lock down, poi a ripartire con regole castranti, riducendo per la maggioranza gli incassi a zero o riducendoli del 50%, costringendo infine i piccoli e medi imprenditori anche a pagare le tasse senza avere liquidità disponibile con mancati incassi di un semestre dannato, aggravando ulteriormente gli indebitamenti per onorare gli impegni fiscali.
Tutti vorrebbero pagare e dormire sonni tranquilli con l’ufficio delle entrate, ma sono in pochi quelli che riusciranno a onorare gli impegni fiscali e sopravvivere. La maggioranza non pagherà e chiuderà entro l’anno. Si parla nel Molise di oltre il 50% delle attività esistenti che chiuderà i battenti, mentre di rovescio c’è chi attende la fine dell’anno, sperando che il covid 19 possa non ritornare in autunno per inaugurare nel 2021 nuove attività, sul disastro di chi paga già da ora sulla propria pelle l’assenza dello Stato e il tracollo economico.
Partite Iva allo sbando totale, artigiani e commercianti vessati da un Governo che miete vittime e disoccupazione, nonostante le beatitudini autocelebrative politiche del momento, si dovrebbero attendere le calende greche di progetti europei ancora da pensare, da vagliare e approvare in tre anni.
Mentre entro fine anno il tessuto economico sarà talmente debole da aver concesso alle mafie gli interventi usurai sull’economia reale sostituendosi allo stato, a chi ora chiede aiuti e assiste invece, alla mancanza totale del Governo. In sintesi l’Italia oggi appare come il Titanic che dopo aver speronato l’iceberg, in procinto di affondare, i musicisti continuavano a suonare pur sapendo della fine che li aspettava.