di Pietro Tonti

A 24 ore dal rimpasto di Giunta diamo uno sguardo alla panoramica politico amministrativa derivante dalle scelte presidenziali. Toma ha cambiato idea e ha deciso di far restare in Giunta Michele Marone in quota Lega, senza sforzo alcuno si è adoperato per scontentare tutti, tranne Salvini e  la  minoranza di Fratelli D’Italia, almeno quella in Consiglio Regionale con Quintino Pallante, mentre l’altra parte, la maggioranza del partito della Meloni in Molise è critica con quasi tutte le scelte politiche e amministrative regionali.

Tra gli scontenti gli stessi Forzisti, di cui Toma fa parte che non hanno accettato di buon grado il cambio di Roberto Di Baggio ridimensionato a Sottosegretario di Presidenza per far posto a Pallante in Giunta. Ma i malumori non si fermano a quest’altezza. I consiglieri di maggioranza che si sono visti negare il primo punto del documento sottoscritto, con cui non volevano assessori esterni – il neo costituito Polo civico – ora che Marone resta in sella all’assessorato, accendono il baratto delle deleghe per ingoiare il rospo indigesto, mantenersi buoni e non mandare a carte 48 l’attuale esecutivo.

Il Presidente si appresta ad accontentarli, quindi non ci meraviglieremo nei prossimi giorni che Il Consigliere Andrea di Lucente possa acquisire la delega alle Attività Produttive oggi nella gestione dell’ottimo Vincenzo Cotugno, come le Politiche Sociali nell’attuale gestione di Michele Marone venga affidata a Mena Calenda o la Scuola a Gianluca Cefaratti. In Molti si chiedono della legittimità di tali affidamenti, sappiamo che lo Statuto regionale non prevede deleghe esterne alla Giunta, ma Frattura per altri motivi aprì a questa gestione anomala “borderline”  di deleghe ai consiglieri. Paolo Frattura aveva affidato comunque deleghe di rappresentanza, senza portafoglio come per esempio lo sport.

Ma il Presidente Toma si appresta a fare un passo avanti ulteriore, a mettere nelle mani dei Consiglieri fuori dalla Giunta, settori strategici come appunto le attività produttive, sociale e scuola che non sono deleghe solo di rappresentanza, ma esigono un portafoglio anche congruo. Come gestiranno i Consiglieri  senza segreterie non previste questi impegni gravosi? Quindi oltre che nella negazione delle regole statutarie regionali, nella pratica gestire le deleghe appare complicato da intasamento istituzionale, ma Toma osa, anche fuori dalle regole: basterà per garantire continuità del mandato?

Ieri in Consiglio regionale la maggioranza è andata sotto al termine della votazione sulle mozioni presentate da M5S e PD  Passate con i voti favorevoli di Aida Romagnuolo e Michele Iorio con l’assenza forse voluta di Filomena Calenda e Gianluca Cefaratti? Un altro colpo alla maggioranza in bilico. A margine di una giornataccia amministrativa, Iorio con un comunicato ha affermato. “Quando una maggioranza si regge solo sulle attribuzioni di deleghe e posti di potere, si scioglie e distrugge in un attimo quanto costruito in lunghi mesi di estenuanti trattative che interessano poco o nulla i molisani”.