di Pietro Tonti
Siamo unici, quali molisani andiamo sempre in controtendenza, controvento, quasi anarchici, mai allineati al resto d’Italia in nulla e potevamo mai cambiare in periodo di coronavirus? Assolutamente no.
Ebbene, per oltre sessanta giorni, in pieno lock down, i mass media nazionali ci hanno preso ad esempio, per i pochi casi di contagio e, come ultima regione d’Italia per la diffusione del virus, con i nostri amministratori immortalati dai video con il petto gonfio di orgoglio per il risultato ottenuto.
Ma quando il Governo ha deciso di allentare le maglie, dopo una lunghissima quarantena, da virtuosi siamo diventati imbecilli. Ecco che di giorno in giorno dal 4 maggio salgono i casi di contagio. Il focolaio incontenibile di Campobasso con i Rom, ma anche altri cluster sempre attivi si rimpinguano di contagiati e finiamo sulle prime pagine dei giornali e sulle tv in prima serata, per la grande diffusione del virus; di nuovo ci prendono ad esempio, ma stavolta in negativo, spiegando al popolo italiano che nella fase due questo può accadere, si può ritornare al punto di partenza.
E non è una commedia all’italiana sta avvenendo davvero ed ora è iniziato lo scaricabarile di responsabilità. Premesso che da settimane sui social e in alcune tv nazionali, il premier Conte è additato quale dittatore per aver infranto tutti gli articoli della Costituzione, ponendo gli italiani in quarantena forzata e controllata in maniera asfittica dalle forze dell’ordine, rilevando la contrarietà a questo sistema di milioni di persone, di avvocati e giuristi a tutti i livelli, pronti a scatenare l’inferno giudiziario nel post coronavirus per cause risarcitorie milionarie e la messa al bando dello stesso Presidente del Consiglio per lo stato di Polizia dittatoriale creato.
Ma a Campobasso no, sempre in controtendenza si accusa il sindaco, la Questura e il Prefetto di essere stati leggeri e di aver evitato interventi coercitivi per impedire il funerale. Un po’ di pace con la coscienza bisognerebbe pur farla e magari mantenere le linee di pensiero in un’unica direzione, ma noi siamo diversi anche in questo. Quando ci conviene vogliamo la Polizia dittatoriale a perseguitarci, ma quando poi ci tocca da vicino una restrizione, allora no, bisogna bandire e mettere alla berlina le forze dell’ordine per zelo eccessivo.
Tornando alla vicenda Rom che ci interessa, sicuramente ci sono state delle responsabilità, ma la caccia alle streghe e lo scaricabarile tra istituzioni, anche a scopo politico, non hanno senso se non quello di alimentare la lontananza tra cittadini e politica, tra cittadini e istituzioni, a cui in Italia al contrario di altre nazioni,sappiamo farlo bene, siamo infatti primi assoluti in autolesionismo, nel buttarci fango addosso.
Vi è un punto di partenza fondamentale, le regole vanno rispettate e non può e non deve esserci un poliziotto per ogni cittadino, sia esso Rom o cosiddetto civile a farle rispettare. Quando si perde il lume della ragione, anche al di sopra della salute personale, vuol dire che qualcosa non funziona. E dovremmo andare a spolverare i libri di psicanalisi, di antropologia e filosofia per comprendere i comportamenti umani. Possiamo dare un senso a tutto ciò mutuando il pensiero filosofico di Nietzsche L’ uomo è un animale non ancora stabilizzato» e nel Molise non è ancora iniziata la fase zero.