Riceviamo e pubblichiamo dall’ Ordine dei giornalisti del Molise e Associazione della Stampa del Molise
Negli ultimi dieci anni, le tv, i giornali e i siti web, hanno diffuso e qualificato l’informazione locale. Il pluralismo ha consentito ai cittadini di ampliare la conoscenza su fatti, approfondire tematiche e vicende. Il lavoro nelle redazioni, da tempo, deve fare i conti con la crisi economica, che ha ridotto gli organici, le retribuzioni, la pubblicità e le vendite nelle edicole.
Nel contempo, si è andata affermando l’idea che l’informazione sia un bene fruibile gratuitamente, che chi lo produce non abbia il diritto di essere retribuito in maniera equa e appropriata, che i social possano sostituire il lavoro di professionisti qualificati.
Tutto questo ha portato ad una accelerazione della crisi del settore, alla diffusione sempre maggiore di fake news e alla propaganda (anche politica) spacciata per informazione. Il riequilibrio di deficit strutturali può avvenire solo attraverso un progetto politico e industriale che ridisegni l’informazione locale e rafforzi il servizio di utilità pubblica del giornalismo.
I giornalisti, gli amministrativi, i tecnici, gli editori, l’Associazione della Stampa del Molise e l’Ordine dei Giornalisti del Molise, vogliono portare all’ attenzione pubblica il pericolo reale che corre la democrazia nella nostra comunità con l’impoverimento delle fonti informative e, allo stesso tempo, sollecitare la politica, soprattutto l’istituzione regionale, a valorizzare il ruolo del comparto attraverso fondi pubblici, nel rispetto degli impegni presi nella campagna elettorale e nei mesi scorsi.
Odg e Asm proclamano, pertanto, lo stato di agitazione del settore, da attuare con l’oscuramento di qualsiasi notizia che provenga dagli enti pubblici (Comuni, Province, Regione) e eventi politici ed elettorali, nelle pubblicazioni di giovedì 23, venerdì 24 e sabato 25 Maggio 2019.
Sindacato dei giornalisti e Ordine chiedono, inoltre, un incontro urgente con il Presidente della Giunta regionale, Donato Toma, per definire il percorso e gli eventuali impegni concreti.
Ai cittadini, ai quali viene negata parzialmente l’informazione, le scuse delle aziende e degli addetti che, di fronte al disinteresse verso principi costituzionalmente garantiti, sono costretti a superare l’inconcludente concertazione dell’ultimo anno.