NOMINE IN SANITÀ, DDL IN COMMISSIONE AL SENATO. LUIGI DI MARZIO (M5S): DIRETTORI GENERALI SARANNO SCELTI IN BASE A CAPACITÀ, STOP A CONDIZIONAMENTI POLITICI
“In commissione Sanità al Senato abbiamo calendarizzato un disegno di legge che punta a togliere definitivamente dalle mani dei partiti il sistema sanitario, modificando i criteri di nomina dei direttori generali e rendendoli trasparenti e meritocratici. Lo ritengo un elemento cruciale per sganciare politica e sanità una volta per tutte.
Per anni, nella mia professione di Direttore Sanitario ospedaliero, ho lapidariamente riassunto la situazione di asservimento del servizio sanitario nazionale ad interessi estranei a quella che dovrebbe essere la sua funzione, cioè la cura dei malati, con l’epitaffio: ‘Il sistema sanitario nazionale è una macchina perfettamente funzionante! E del tutto ingiustificato appare lo scetticismo dei malati in proposito. Poiché in realtà la finalità del sistema non è affatto quello della cura dei malati. Ma quello della cura della clientela politica.’ E non vi è alcuna ragione per non dover ritenere che i quotidiani scandali che da tempo documentano la realtà di una simile distorsione, tanto da aver indotto nell’opinione pubblica una rassegnata assuefazione, rappresentino soltanto la punta di un iceberg.
Ed è perciò che, all’indomani della mia elezione al Senato della Repubblica, mi sono subito reso promotore in Commissione Sanità della richiesta di incisivi interventi che potessero finalmente avviare un processo di risanamento di quel sistema sanitario pubblico che costituisce non solo l’architrave del welfare state, ma anche un imprescindibile strumento di mantenimento della coesione sociale.
Dunque nessuna sorpresa per gli ennesimi scandali di queste ore, ma solo la meraviglia per l’improntitudine di quanti sembrano stupirsi dell’accaduto.
E finalmente la soddisfazione per l’accelerazione impressa alla predisposizione di uno strumento normativo che sottragga la scelta dei direttori generali delle aziende sanitarie alla discrezionalità e ai condizionamenti della politica, vincolandola esclusivamente alle capacità e alle competenze dei candidati. Ma con la prospettiva che ciò costituisca solo il primo passo di un processo più articolato, che dovrà estendersi alle modalità di selezione imparziale anche di tutto il personale del sistema sanitario, e di tutto il pubblico impiego.
Perché in avvenire i genitori possano finalmente avere la certezza che eventuali insuccessi dei figli nell’accesso al lavoro non siano dovuti all’inaccettabile prevaricazione intervenuta da parte dei soliti ‘amici degli amici’, ma debbano essere ascritti esclusivamente ad una formazione perseguita con insufficiente determinazione. Contribuendo così anche a porre le premesse perché venga infine esorcizzata quella rassegnata e generalizzata convinzione secondo cui il sapere non può che essere ineluttabilmente predestinato ad essere sacrificato sull’altare dell’appartenenza, che rende ragione, e perfino giustificazione, di una formazione affrontata dai giovani a volte senza alcuna autentica abnegazione”.