Figli e figliastri. La Lega, ancora una volta, ha dimostrato che il Molise, per i vertici nazionali del Carroccio, è solo terra di conquista, utile per spartirsi poltrone e incarichi; diventa invece terra di nessuno quando ci sono problemi da affrontare, quando bisogna sostenere fattivamente un territorio in difficoltà.
Apprendo dalla stampa nazionale che, riguardo alla sanità campana, nel Consiglio dei Ministri la Lega ha letteralmente salvato il governatore De Luca, bloccando, di fatto, la nomina di un nuovo commissario e sub commissario.
Il partito di Salvini ha messo i bastoni tra le ruote ai Cinque Stelle evitando in questo modo il siluramento dell’attuale commissario, ossia il governatore Vincenzo De Luca ed escludendo, almeno per il momento, che alla guida della sanità campana arrivino dei tecnici.
Due pesi, due misure, perché in Molise Salvini ha fortemente sponsorizzato l’arrivo del commissario esterno, eludendo la possibilità che il ruolo potesse essere svolto dal presidente Toma.
Resta comunque la norma approvata lo scorso 13 novembre nel decreto fiscale che sancisce l’incompatibilità tra la carica di Presidente della Regione e commissario alla sanità, ma la stessa, che personalmente reputo inidonea a rispondere alle esigenze del territorio, dovrebbe essere applicata a tutti, allo stesso modo e rispettando le stesse tempistiche.
Mentre mi sembra questo non sia accaduto. In Molise il governo giallo-verde, dividendosi la posta in palio, non ha esitato nemmeno un attimo a nominare dei tecnici alla guida della sanità.
Nessun ripensamento, nessuna parola di supporto al governatore Toma, da parte della Lega, nonostante la giunta regionale sia di centrodestra e il Carroccio vi è rappresentato.
Nella nostra regione è da dicembre che la sanità ha un commissario e un sub commissario. Mentre per la Campania la stessa Lega prende tempo ed evita il siluramento di De Luca.
Alla luce di quanto accaduto credo che, per il presidente Toma, sia arrivato il momento di interrogare alcuni partiti che sulla carta dovrebbero sostenerlo ma che, in realtà, continuano a interessarsi solo di poltrone.
Dov’era la Lega quando bisognava difenderlo dalla mancata nomina a commissario? Mentre la sottoscritta in Consiglio regionale continuava a perorare la causa del presidente, dall’esponente della Lega in giunta e dai vertici nazionali del partito non una parola in difesa del governatore.
Se a questo si aggiunge che la Lega, con il suo assessore sta letteralmente bloccato le politiche del lavoro del Molise e, in ultimo, sta frantumando il centrodestra attraverso l’imposizione del proprio candidato sindaco a Campobasso, la domanda sorge spontanea: è ancora il caso di continuare a considerare la Lega un alleato?
E ancora il caso di tenere in giunta un assessore che sta pensando solo al tornaconto dei vertici nazionali del suo partito? Credo per il presidente Toma sia arrivato il momento di riflettere seriamente.