“Di Molise si parla a Roma. Il Molise parla a Roma. Oggi è toccato a me.” Così Tecla Boccardo a margine dell’intervento che questa mattina ha tenuto agli Esecutivi nazionali di Cgil, Cisl e Uil. In pratica l’organismo più autorevole di direzione politica dei Sindacati confederali.

“Ho ricordato, ai dirigenti sindacali di tutta Italia, come gli effetti del divario storico e della crisi economica nel Mezzogiorno si manifestano soprattutto attraverso il perdurare di una grave crisi sociale, fatta di carenza di lavoro marginalità ed esclusione, povertà diffusa. E oggi, con lo spettro di un regionalismo differenziato che mette in discussione i principi costituzionali dello Stato rispetto all’unità, parità di servizi e uguale dignità dei territori, si rischia che il divario già accentuato tra Nord e Sud, aumenti. Il rilancio del Mezzogiorno, dunque, richiede con urgenza una politica economica non più soltanto orientata al superamento della crisi, ma espansiva e capace di far ripartire la produzione e generare quel processo di ridistribuzione della ricchezza che è mancato in questi anni.”

 

La Segretaria generale della UIL Molise nel suo intervento ha poi richiamato “La necessità di una nuova politica per il Mezzogiorno, un piano strategico di investimenti, che proponga un nuovo modello di sviluppo industriale, di sostenibilità ambientale, di valorizzazione dei servizi e dei territori.  E, proprio perché le politiche per il Sud sono particolarmente complesse, necessitano di una strategia che lavori a 360 gradi su tutti i settori. Questa strategia di ampio respiro, purtroppo, ancora non la intravediamo.”

“Rispetto ad aspetti puramente economici, abbiamo urgenza di risorse che permettano un piano di investimenti strategico, ma che non dimentichino neppure le urgenze e le emergenze dei territori. 

I Fondi Europei, ma non solo, al centro dell’attenzione della Boccardo: “Se diamo uno sguardo alle varie missioni troveremo soltanto partite di giro riguardo ai fondi europei FSC, FESR e FSR e parimenti a quelli misti dei Programmi POR. Insomma, la politica ha perso anche la possibilità di programmare attività e azioni con risorse “fresche” proprie.

E non solo Europa, prosegue Boccardo, ma anche le opportunità che da mesi chiediamo di mettere in campo: il rilancio del Sud passa per la ZES, l’Area di crisi e, nel nostro caso, anche per il contratto Istituzionale di Sviluppo.

“La cosa che ci amareggia, però, è che la politica locale non mette a sistema queste opportunità per generare crescita e lavoro, probabilmente perché manca una idea complessiva di sviluppo: manca una vera programmazione. È inutile richiedere risorse aggiuntive se non si utilizzano neppure quelle che sono già disponibili e il fatto di essere stati declassati da regione in transizione a regione dell’ex obiettivo 1 certifica il fallimento proprio di queste capacità. Bisogna scegliere da dove ripartire e sicuramente anche una Pubblica Amministrazione moderna ed efficiente può essere un valido supporto allo sviluppo strategico, ma prima serve un piano straordinario per le assunzioni di nuove competenze e di stabilizzazioni di precari, nonchè la sburocratizzazione e velocizzazione delle procedure. La PA, ricordiamolo, garantisce i diritti di cittadinanza”.

“Tuttavia, se vogliamo guardare al futuro bisogna ridurre il peso fiscale su pensionati e su lavoratori, incentivare l’assunzione dei giovani, limitare l’emigrazione dei nostri giovani talenti all’estero e ridurre il tasso di disoccupazione giovanile che quasi certamente non sarà mitigata da quota 100, che non rappresenta un automatismo nel ricambio occupazionale”. 

Per crescere bisogna investire e bisogna farlo presto, su infrastrutture materiali e immateriali, reti di collegamento, tecnologia nelle comunicazioni, ricerca e innovazione. E se si guarda alla crescita, magari riusciremo anche a invertire questa tendenza che vede il lavoro nero e quello sommerso talmente prolifico da aver disincentivato persino le richieste di reddito di cittadinanza.

Insomma, articola la segretaria, servono investimenti per rinnovare, modernizzare e rendere competitivo il Paese.”

 

“Il Sindacato conclude Boccardo, ha idee e proposte da mettere a disposizione dei decisori politici, attraverso un confronto vero, serio con CGIL, CISL e UIL. E come è emerso anche quest’oggi a Roma, i sindacati continueranno a offrire il loro contributo, purché inquadrato in un modello di relazioni ben fissato e rispettato!”.