Molise all’insegna della precarietà costante.
di Alessia Tonti
Basta un temporale per scatenare l’inferno in questa regione strana, ridotta a pezzi da mancate manutenzioni, da appalti pubblici al massimo risparmio, da ponti al limite del crollo, da un isolamento che di anno in anno appare incontrollabile e collassa nelle frane e nelle esondazioni di piccoli torrenti che diventano colossi per portata ad ogni pioggia intensa.
Il nostro Molise con i suoi abitanti autoreferenziali nella politica che alcun potere esercitano sul governo nazionale. Inascoltati, dai numeri irrisori, dagli abitanti in decrescita costante, con la popolazione sempre più anziana; con le famiglie che accolgono come una manna dal cielo occuparsi dei loro vecchi genitori e avere a disposizione la loro pensione, per tirare aventi e non morire di fame. Con i giovani che fuggono e la speranza di non ritornare mai più nel nulla di una terra avara. Il lavoro che manca, non si crea e quello che c’è è sottopagato da evitare la crescita per ognuno e un qualsiasi sviluppo futuribile.
Le infrastrutture, piaga perenne con le vie di comunicazione che ne limitano lo sviluppo economico e turistico, e una mentalità remissiva: “tanto chessè, che vuò fa!”
Nonostante la buona volontà degli amministratori il Molise è inascoltato dal Governo, tanto il Molise se esiste è una macchia di terra dove vivono solo quattro gatti, per lo più anziani, chi se ne frega!
Sarà stato questo il pensiero di massima del Ministro Toninelli:
dall’ANSA: <<Consapevoli della necessità di realizzare infrastrutture che colleghino il Molise con i centri di maggiore incidenza a livello nazionale, fisseremo un incontro come da sua richiesta nei prossimi mesi’. E’ la risposta della segreteria del Ministro Toninelli all’assessore molisano Vincenzo Niro che a settembre aveva chiesto un incontro con il ministro per ”le numerose ed impellenti contingenze territoriali e strutturali che la Regione si trova ad affrontare”. La missiva di Niro chiedeva ”un cortese urgente incontro al fine di favorire la condivisione interistituzionale delle problematiche e delle prospettive di sviluppo della mia Regione”, e la risposta di Toninelli è stata presa come ”uno sgarbo istituzionale” secondo le parole dell’assessore. Niro aveva sottolineato come in Molise per lo stato delle infrastrutture viarie sia a rischio ”la sopravvivenza stessa della comunità molisana, duramente provata anche da una situazione di dissesto idrogeologico”. Al momento non è stata ancora fissata nessuna data per l’incontro.>>
Calende greche mentre questa regione si sfalda si prega, affidando l’anima al buon Dio affinchè non piova a dirotto, non crolli un ponte sulla Trignina o il mega viadotto sul Liscione e non si verifichino terremoti devastanti. La vita dei molisani affidata alla sorte che sia clemente con ognuno di noi, in auto o in autobus, sui treni sempre in ritardo. Gli ultimi fra gli ultimi italiani. Quel Cristo si è fermato qui, non a Eboli e continua a restarci, per volontà governativa. Quella considerazione che tanti hanno del Molise considerandola la Valle D’Aosta del sud è sicuramente impropria. La verità che non ci fila nessuno. Quando si appare nelle TV nazionali, oramai da anni, è per esempi sconcertanti e denigratori, vedi Striscia la Notizia, la Gabanelli nel suo Report, additati quali esempi di sconcerto, vituperati e malvisti, inesistenti per i più al nord. Eppure abbiamo tanto da offrire, ma quel tanto si perde, diventa inesistente e mina quotidianamente la permanenza in questa terra di chi ha scelto di restare.